Il nodo è arrivato al pettine. Continuare in questo modo non ha senso e Totti sta per prendere la sua decisione, dai possibili risvolti «drammatici» per la piazza dopo lo strappo con De Rossi. Il giallorosso più forte di tutti i tempi non ha ancora accettato la proposta della società: promozione a direttore tecnico al fianco del ds Petrachi, aumento dello stipendio vicino al milione di euro e nuovi poteri. Il problema, però, è che Totti teme di non incidere neppure in questa veste potenziata forse solo sulla carta.
A giorni avrà un incontro con il Ceo Fienga, l’uomo che ha provato più di altri a coinvolgerlo in questi mesi ma non è ancora riuscito a convincerlo. L’assenza di Totti a Madrid – dove è arrivato l’accordo con Fonseca – e soprattutto a Londra nel meeting organizzato da Pallotta è il segnale chiaro del problema irrisolto. Così come il suo tweet di ieri: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole – spiega Totti – cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede».
Nella City inglese c’era Baldini, il consigliere-nemico dell’ex capitano che continua a influenzare le scelte di Pallotta (non sempre, vedi Fonseca). O uno o l’altro? Al momento non è questo il bivio, ma almeno fino a ieri sera Totti stava seriamente meditando l’addio, forte di altre possibilità che potrebbe costruirsi fuori dalla Roma. Se dal punto di vista economico si sente «coperto» dai contratti personali e le partite che gioca da star in giro per il mondo, ragiona sulla possibilità di mettersi in proprio, magari da procuratore. La Roma crede di avergli offerto il massimo e spera nel sì, consapevole del nuovo boomerang mediatico in arrivo in caso di rottura. Si salvi chi può.
FONTE: Il Tempo – A. Austini