L’amministratore delegato della Roma, Umberto Gandini, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Tutti convocati” per parlare della semifinale contro il Liverpool:
Come si vive una vigilia così di Champions? “Adesso che abbiamo passato lo scoglio Spal ci possiamo pensare. Veniamo da una prestazione straordinaria, che ci ha permesso di arrivare qui. Ora siamo curiosi di vedere quanto siamo bravi davanti ad un’occasione storica”.
La porta a ricordarsi qualcosa delle partite così, qualche somiglianza? “I ricordi sono un po’ sbiaditi. Era molto più vivo il ricordo della partita col Barcellona, perché lo scoglio era di quelli insormontabili. E’ un po’ preso ora, dobbiamo ancora giocare l’andata. Mi ricordo Milan-Man Utd, dove abbiamo perso ad Old Trafford e vinto a San Siro. Mi piace pensare di essere in quel mood. La squadra è consapevole e la viviamo con gioia e consapevolezza di esserci”.
Si è visto un gruppo tranquillo sereno; è lo spirito libero di chi ha già fatto un miracolo? “Delle quattro rimaste il percorso della Roma è il più difficile… Credo che ce la siamo guadagnata sul campo. Quindi adesso devono continuare quel sogno che coltivano e che facciamo come società e città”.
Che rappresenta per Roma questa semifinale? “Dopo il Barcellona si è entrati in una specie di guscio, di sogno e di impresa. Rappresenta molto per la società, per Pallotta, per chi crede nella Roma e per la città stessa che vive un ottimo rapporto con la squadra. C’è grande positività”.
I risultati raccontano una distanza diversa dagli altri club europei… “Il calcio di club rappresenta un movimento più vasto rispetto alla Nazionale. Ci sono componenti che non sono rappresentative dell’Italia. Ci sono allenatori italiani che guardano la partita in modo diverso, che cercano risultati attraverso il gioco e cercano di imporre una filosofia. Nel club si sta sui prodotti del settore giovanile e meno sul mercato. La Nazionale ha avuto un incidente di percorso, dietro c’è una scuola che non è mai avara di talenti. La tanto rinomata Cantera del Barcellona non produce più. L’ultimo prodotto è Sergi Roberto, questo dice tutto.
Speriamo che si faccia lo Stadio della Roma, ma siamo indietro in molti altri posti se pensiamo alle strutture che ci sono oggi… “Rimane un problema di risorse. Quando sei una squadra italiana che ha risorse, come la Juventus, sui 40 milioni, e ti confronti con altre realtà che hanno più di 100 milioni. E’ un gap che puoi colmare sul campo con allenatori e giocatori, ma al di fuori devi trovare risorse che ti fanno competere ad armi pari. L’ultimo grande evento in Italia è stato Italia 90. Abbiamo perso gli Europei del 2008, 2012 e del 2016, sono mancati per poco e per politica. Gli stadi dove giochiamo oggi sono figli di Italia ’90.
Quanto ci crede al prossimo appuntamento perchè la Roma ha tutte le carte per pensare alla finale… “Ci crediamo tutti perché giochiamo una semifinale cosa che non capita tutti i giorni e giochiamo contro una squadra forte che rappresenta una delle nobili del calcio europeo molto forte ma che concede anche. Abbiamo una grandissima opportunità di scrivere un’altra pagina storica”.
La Roma ha delle caratteristiche europee come struttura e fisicità… “Diciamo che quando la Roma ha giocato le partite in Europa è coinciso con il periodo stava bene e tutti i giocatori”
Semifinale tra la squadra che si era indebolita cedendo Salah a giugno contro la squadra che a gennaio ha ceduto un certo Coutinho. Quindi alle volte si può fare un progetto calcistico anche per far quadrare i conti… “Siamo entrati in una dimensione dove il Fair Play è importantissimo e che ti obbliga a fare certe cose, ma è anche per costruire qualcosa. Siamo qui anche grazie a chi è arrivato e sono diventati importanti per sostituire chi è partito. Questo pone a grande favore per il lavoro fatto da Monchi e della società per arrivare a questo punto”.
E infatti dovete ringraziare anche il mercato invernale dove Dzeko ha rinunciato al trasferimento… La Roma raggruppa il tifo di tutta Italia. Sarà una responsabilità in più? “Sicuramente, è una responsabilità che sentiamo. Non è nemmeno solamente italiana, perché aver eliminato il Barcellona, una delle favorite, ci ha dato una spinta ulteriore da fuori, da chi vede in noi la voglia di rivalsa. Noi ce la prendiamo queste responsabilità ma con rispetto e consapevolezza, con la leggerezza mentale che abbiamo un’opportunità unica. Ci sarà una finale inaspettata: o il Liverpool o la Roma sarà in finale ed è un bene per la competizione”.