I gol sono come i figli, sono tutti uguali. E allora è inutile distinguerli: senza destare clamore, Edin Dzeko ha infilato altri due gol nel personale pallottoliere bosniaco contribuendo alla vittoria patria contro la piccola Gibilterra. E’ stata una vittoria importante perché ha consentito alla Bosnia di recuperare il secondo posto a danno della Grecia di Manolas, battuta dal Belgio, in vista del redde rationem di ottobre contro la capoclasse già sicura del Mondiale. Potenzialmente, Dzeko è diventato una minaccia per l’Italia in prospettiva degli spareggi di novembre, dal momento che la Bosnia ci arriverebbe senza essere testa di serie.
FESTA – Ma a Sarajevo i media esaltano il loro capitano a prescindere. Perché Dzeko domenica ha portato a 52 il totale dei gol segnati con la Bosnia, scavando un solco sempre più profondo con tutti gli inseguitori balcanici: il più vicino marcatore tra le nazionali della ex Jugoslavia rimane il mitico Davor Suker, centravanti della Croazia più bella di sempre, a quota 46 (compresa la rete segnata con la Jugo unita).
IN MEDIA – Nel frattempo però Dzeko ha dimostrato di essere una garanzia anche per la Roma: il suo gol all’Inter, che aveva illuso l’Olimpico nel primo tempo, è stato addirittura il numero 50 dal suo sbarco in Italia. Il conto è presto fatto: 10 reti nella prima sfortunata stagione, tra campionato e coppe, 39 in quella incredibilmente buona conclusa il 28 maggio, Grazie ai due gol contro Gibilterra la punta sale a quota 52 reti con la sua Nazionale e anche per i giallorossi è un punto di riferimento imprescindibile: 50 gol in 92 partite e adesso la prima nell’annata numero 3 a Roma. Dzeko continua a segnare con regolarità a dispetto dei 31 anni, mantenendo più o meno la stessa velocità di crociera: con la Bosnia ha la media di un gol ogni 0,59 partite, con la Roma è salito a 0,54.
UNO E TRINO – Di questo passo, non avrà niente da temere e giocherà quasi sempre. Nonostante la ricca e qualificata concorrenza che la Roma gli ha costruito attorno: comprando due centravanti, Defrel e Schick, Monchi ha stimolato anche il titolare insostituibile dello scorso anno a rendere tutti i giorni al massimo delle proprie possibilità. «Per me non c’è problema – ricorda Dzeko – capitano i momenti in cui sei stanco ed è utile avere altri giocatori bravi che possono sostituirti, anche se poi un calciatore vorrebbe giocare sempre». Per il momento ha provato a integrarsi con Defrel, presto proverà a fare lo stesso con Schick. Perché in fondo la principale risorsa della Roma è proprio la coppia di cigni che frequenta le acque territoriali avversarie: se imparano a coesistere, per Di Francesco è una pacchia.