Pallotta tiferà dalla tv, nel pomeriggio americano, sperando di fare festa doppia: proprio martedì, giorno del bivio di Champions League, compie 60 anni e chiede alla sua Roma di portarlo dove ancora non è stato mai, cioè nei quarti di finale. Per trascinare fisicamente la squadra contro lo Shakhtar si dovrà affidare però alla spinta dell’Olimpico, che anche dopo l’appello di Eusebio Di Francesco («Spero vengano in tanti, il tifo dev’essere il dodicesimo uomo») si sta riempiendo in vista di una notte che si annuncia emozionante.
LA CACCIA – Ieri sono stati venduti circa 1.000 biglietti, elevando il totale dei presenti sicuri a quota 42.000. L’obiettivo della società è di richiamare ancora pubblico, per raggiungere la quota 50.000. Forse non si arriverà a tanto ma di sicuro la partecipazione popolare sarà ampia come una partita del genere richiede. Ci saranno anche 1.000 ucraini. Il 31 ottobre scorso, per la fantastica serata di Roma-Chelsea, gli spettatori totali furono circa 55.000, ma nella quota andava considerata la percentuale di abbonati che avevano acquistato la tessera per il girone della prima fase. Stasera invece si parla solo di biglietti da evento singolo, per un incasso che dovrebbe superare i 3 milioni di euro.
INCASSI – La partita d’altra parte ha un valore finanziario non trascurabile: l’eventuale qualificazione ai quarti dopo dieci anni, secondo le stime del club, porterà in cassa 10 milioni che si andrebbero ad aggiungere ai quasi 50 già garantiti dalla prima fase.
PROTESTE – E’ già esaurita la Curva Sud, come spesso capita. Ma c’è tensione tra i gruppi organizzati, che ieri hanno diramato uno dei loro comunicati indirizzati alle istituzioni per lamentarsi delle multe e delle diffide comminate nei confronti di alcuni tifosi. «Una situazione paradossale – scrive il gruppo chiamato genericamente Curva Sud -. Da una parte si chiamano all’appello i propri tifosi per una partita delicata come quella contro lo Shakhtar e dall’altra non si vogliono mettere in condizione gli stessi di poter organizzare il tifo per essere di supporto alla squadra». Il riferimento è anche alla mancanza dei cosiddetti “palchetti”, della cui installazione si era effettivamente parlato, che avrebbero consentito ai capi ultrà di guidare cori e scenografie.