Arrivato in Campidoglio nel marzo 2017, il direttore generale Franco Giampaoletti ci ha messo poco a diventare una delle figure di riferimento della sindaca Virginia Raggi. In prima linea anche nella questione stadio.
Uomo di fiducia di Luca Lanzalone – sembra che fosse stato proprio l’avvocato genovese finito ai domiciliari per corruzione a presentarlo alla sindaca – è nato ad Ancona nel 1961 ed è stato dg anche del comune di Genova. Il suo nome non figura nel registro degli indagati sull’affaire Tor di Valle, ma due giorni fa è stato ascoltato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dalla pm Barbara Zuin come persona informata sui fatti proprio per fornire informazioni sul ruolo di Lanzalone all’interno del Comune.
«L’esperienza e le competenze di Giampaoletti saranno importantissime per rendere ancora più efficace ed efficiente l’azione della macchina amministrativa del Comune», aveva detto di lui la Raggi al momento della nomina. Che Giampaoletti rivestisse un ruolo strategico, era noto anche all’imprenditore Luca Parnasi e ai suoi collaboratori, finiti in carcere insieme al loro capo per associazione a delinquere. Quando c’è un problema legato a una procedura rimasta incagliata nella macchina burocratica, infatti, Parnasi propone al suo collaboratore Simone Contasta «di esortare l’assessore Civita – ora ai domiciliari per corruzione, ndr – a contattare direttamente Franco Giampaoletti, per accelerare i tempi», si legge in un’informativa dei carabinieri. Il giorno precedente alla chiusura della Conferenza di Servizi, il 4 dicembre 2017, Contasta parla con il dg della Roma, Mauro Baldissoni, che dice di avere saputo da Civita che il tutto si sarebbe concluso positivamente, precisando alcuni dettagli sulla posizione che la Regione manterrà in relazione alla ferrovia Roma- Lido: a suo dire, l’assessore gli avrebbe riferito che «nel corso del dibattito saranno duri con il Comune per la Roma-Lido». Gli dice quindi di «avvisare Giampaoletti». Contasta replica di aver già discusso con il dg del Campidoglio «in merito al tema della centralità e della convenzione». Da Parnasi e soci, però, non mancano le critiche. «Dobbiamo assolutamente dire noi come si fanno le cose… non farcele dire da Lanzalone, Sasso che non ha mai fatto una convenzione a Roma o Giampaoletti, tre persone che non hanno mai fatto un caz… di progetto a Roma».