Il massimo con il minimo. E’ la fotografia, forse addirittura la filosofia, della Juventus attuale, capace di riempire le caselle dei record da battere molto più degli occhi di chi la guarda. In un girone d’andata 53 punti su 57 disponibili non li aveva ancora mai fatti nessuno. Per non parlare dei distacchi, che lasciano aperta soltanto la battaglia per il secondo posto, consolazione magra, e soprattutto quelli per i posti in Champions o in Europa League, consolazione più retribuita. Erano 12 anni che una squadra non vinceva il platonico titolo d’inverno con +9 sulla seconda e allora si trattava di un campionato molto particolare: stagione 2006-07, post Calciopoli, Juventus in Serie B e altre grandi penalizzate, Inter praticamente senza avversari. Stavolta gli avversari c’erano, ma sono stati spazzati via.
I NUMERI – La classifica generale impressiona, le altre stupiscono. La Juventus è prima soltanto in quella del minor numero dei gol subiti (11, Inter seconda con 14). Non lo è in quella dei gol segnati (prima Atalanta 39), né in quella dei tiri in porta (primo Napoli 271), né in quella dei cross (prima Inter 201), né in quella dei pali (primo Napoli 12), né in quella dei corner (prima Inter 147), secondo i dati ufficiali della Lega. Non è prima la Juventus neppure nel possesso palla (56% medio rispetto al 56,2% medio nell’Inter). Insomma, non è prima in nessuna delle statistiche che normalmente attestano il dominio di una squadra.
Poi c’è Ronaldo. Capocannoniere e non solo. L’unica volta che non ha giocato dall’inizio, contro l’Atalanta, è l’unica in cui la Juventus ha rischiato seriamente di perdere (è entrato, l’ha salvata). La sua sola presenza rassicura i compagni e intimidisce gli avversari. Vedremo se basterà a consolidare la dimensione europea della squadra. Che ancora non si vede del tutto. Otto volte su 19 la Juventus ha vinto per un gol di differenza, una sola volta con tre gol di scarto, mai di più. Un’occhiata alle altre capolista europee: il Liverpool con 3 o più gol di scarto ha già vinto 7 volte, il Barcellona 5, il Borussia Dortmund 3, il Paris St. Germain 7. Un’anomalia, se si considera che gli altri campionati, esclusa la Francia, sono tutti più equilibrati.
Nel girone d’andata si è segnato abbastanza: la media è di 2,76 reti a partita, più del 2,67 dell’anno scorso, anche se meno del 2,95 del 2016-17, stagione record. In Serie A si fanno meno gol, per ora, che in Premier League e in Bundesliga, ma più che in Francia e in Spagna. Crescono però i pareggi: sono già 56, il 29,4% del totale, rispetto al 21% di un anno fa. C’è più paura di perdere. Le teoriche rivali della Juventus hanno tutte un saldo punti negativo rispetto alla scorsa stagione: -5 il Napoli, -2 l’Inter, -8 la Lazio, -10 la Roma. La parte centrale della classifica è molto più affollata. La qualità media del gioco ha lasciato molto a desiderare, nonostante i tentativi anche delle squadre meno attrezzate di manovrare più palla a terra e di cominciare da dietro la circolazione della palla. Il numero degli stranieri impiegato non è calato, nonostante i giovani italiani abbiano trovato un po’ più di spazio. Gli spettatori sono in aumento (la media ha superato i 25.000 a partita), ma la tendenza nelle ultime giornate è parsa rallentare e il trauma dei fatti di Inter-Napoli potrebbe avere conseguenze ulteriormente negative.