Se sarà dal primo minuto o a partita in corso si scoprirà soltanto nei prossimi giorni, quando, tornato De Rossi dalla nazionale, Di Francesco potrà valutarne le condizioni fisiche. Di certo in queste due settimane di sosta, Maxime Gonalons ha avanzato la propria candidatura per poter fare il suo esordio con la Roma in partite ufficiali, visto che non è sceso in campo né a Bergamo contro l’Atalanta né all’Olimpico contro l’Inter. Nella prima occasione De Rossi è rimasto sempre in campo, contro la squadra dell’ex Spalletti, a risultato compromesso, quando è uscito è stato sostituito dal turco Ünder e quindi per il francese arrivato dal Lione non c’è stata mai possibilità.
RINCORSA – Adesso, approfittando di due settimane di allenamento consecutive a Trigoria, Gonalons ha provato a scalare posizioni: è rimasto a Roma, si è diviso tra il centro e lo zoo da visitare con moglie e figli (già iscritti alla scuola internazionale, mentre la casa è a Casal Palocco), ha scelto di restare a lavorare per adattarsi meglio alla nuova realtà. E anche se con la Chapecoense non ha impressionato, nonostante avesse accanto un titolare come Nainggolan, piano piano inizia a prendere confidenza con un calcio completamente diverso da quello a cui era abituato. Molto più fisico, molto più rapido e, soprattutto, molto più verticale, come gli chiede quasi ossessivamente Di Francesco.
DUE MESI – Arrivato a luglio, presentato a Pinzolo, Gonalons ha avuto modo di lavorare col tecnico fin dall’inizio della preparazione. Per un giocatore della sua esperienza si pensava che l’ambientamento potesse essere più immediato, ma la concorrenza a centrocampo e la difficoltà nel cambiare vita, paese e calcio dopo una vita hanno complicato un po’ le cose. Adesso sembra pronto a dare una mano, difficilmente in Champions contro l’Atletico, dove i muscoli e la grinta di De Rossi serviranno eccome, forse anche più delle geometrie, ma tra Genova e Verona – in casa sabato 16 – il suo momento sembra arrivato. Anche perché, pur non essendo ancora rapidissimo di gambe, a livello di pensiero è uno capace di interpretare bene i movimenti che l’allenatore chiede al suo regista e nell’anno che porta al Mondiale non è detto che non voglia provare a giocarsi fino in fondo le sue carte. D’altronde, nella Francia che ha faticato e non poco contro il Lussemburgo un costruttore di gioco della sua esperienza potrebbe pure essere utile, a patto però di giocare con il club.
SALUTI – Cosa che nel Lione magari avrebbe fatto con più continuità, ma Gonalons sentiva che era arrivato il momento di cambiare aria e il club aveva bisogno – anche – della sua cessione per snellire il monte ingaggi. I cinque milioni incassati per il prezzo del cartellino non sono niente rispetto a quelli presi per Lacazette e Tolisso (in due quasi 100 milioni), ma salutare il capitano era ritenuto necessario per il bilancio e anche per la ricostruzione della squadra. Ricostruzione che non deve essere fatta a Roma ma, quello sì, il suo rapporto di campo col club giallorosso, messe le fondamenta, aspetta ora qualcosa di più solido. Magari già a partire da sabato sera contro la Samp.