Cristina Grancio, la consigliera dissidente espulsa dal gruppo M5S in Campidoglio per le critiche al progetto dell’arena a Tor di Valle, torna a parlare dell’inchiesta sullo stadio. La Grancio ricorda il vertice di maggioranza successivo al suo post critico su Facebook: «Bonafede mi disse che la giunta stava valutando tutte le opzioni nella maniera più riservata possibile e che non avrei dovuto far trapelare nulla all’esterno – le sue parole – Tenne a precisare che nessuno voleva mettermi a tacere, ma che la responsabilità politica e istituzionale va oltre il dire “Io non lo faccio”, ma comporta che o gli avremmo fatto fare lo stadio, oppure avremmo fatto spendere soldi al Comune che non avrebbe dovuto spendere».
Altri particolari che riguardano la sindaca Raggi: «Quando la discussione saliva di tono, per evitare la sovrapposizione di voci suonava la trombetta… Di gomma, tipo quelle da bicicletta». Poi su Lanzalone: «Chiesi nella chat interna da chi fosse pagato e per chi lavorasse. Un assessore rispose che era un consulente, al che replicai: “Mi prendete per cretina?” In un colloquio a tu per tu con la Raggi espressi le mie perplessità. La sua reazione? Fu come per dire: “Finora non è successo niente…”».