Reset, anno zero (o anno Zorro, per dirla alla Dotto). La Roma di Fienga e Petrachi (Baldini il supervisore a distanza di sicurezza sua, Fonseca la chiave tecnica) vuole presentarsi totalmente rinnovata nell’orientamento, nella filosofi a gestionale, oltre che nei volti, nei numeri, nei quadri e anche nelle statue (dopo aver drasticamente rimosso le più preziose, quelle di Totti e De Rossi). Nella fase di pianificazione operativa i timori (derivati dai rischi ipotizzabili) sono attenuati dall’eccitazione che un piano così ambizioso, per alcuni folle ancorché inevitabile, riesce a provocare.
La prima Roma parzialmente scremata (e senza Champions) si sta trasformando in una sfida quasi personale sulla distanza del biennio: la riduzione del monte-ingaggi e quella dell’età media i punti cardine del progetto. La competitività resta il traguardo inevitabile di una stagione che si annuncia più complicata della precedente, dal momento che Juve, Napoli e Inter stanno ipotecando i primi tre posti – l’ordine d’arrivo lo stabilirà il campionato.
Parafrasando la battuta che Totti fece a inizio settembre e che alimentò non pochi imbarazzi e irrigidimenti anche a Trigoria, nei prossimi mesi non si giocherà più per i posti che vanno dal secondo al quarto, ma solo per il quarto. Ogni progetto, anche il più rigido, autorizza però almeno un fuoriprogramma, nel caso della Roma la deviazione si chiama Gonzalo Higuain.
ROMA, LE CONDIZIONI PER ARRIVARE A HIGUAIN Negli ultimi giorni le condizioni per arrivare all’argentino – 117 gol in 192 presenze in Serie A – sono diventate quasi favorevoli poiché la scelta di Sarri di investire su Ronaldo centravanti, decisione condivisa dal Fenomeno, ha imposto l’uscita immediata di una prima punta. E, visto che Mandzukic dovrebbe restare, la Juve è costretta a liberarsi di Higuain: la cifra che ha fissato per il prestito è 12 milioni; l’ingaggio è di poco superiore a quello di Dzeko, che ha un anno in più del Pipita ed destinato all’Inter: 13 milioni lordi contro 11.
Sempre restando al confronto diretto col bosniaco, segnalo che nell’ultima stagione, la peggiore tanto del primo quanto del secondo, Higuain tra Milan e Chelsea ha segnato due reti in più (11 contro 9) e con 4 presenze in meno. Higuain, che ha offerte da Spagna e Germania e ancora due anni di contratto, sembra peraltro disposto a restare in Italia ma a due condizioni: vuole un club che sia di primo livello almeno sul piano del prestigio, e la Roma lo è, e la garanzia della centralità nel progetto tecnico.
FONTE: Il Corriere dello Sport – I. Zazzaroni