Sarà che più di 3mila romanisti erano a Parma e mai, nel 2018 in Italia, si erano spostati così numerosi; sarà che questo anno, in ogni caso, sarà ricordato come quello della semifinale di Champions; e sarà, dopo tanto patire («girone d’andata vergognoso», lo definisce qualcuno) che il quarto posto ormai è lì, a due passi, ma la Roma che vince al Tardini convince tutti. Le ragazze eiragazzi del settore ospiti e coloro che hanno visto la partita dal divano, tutti concordi nel definire quella di ieri una vittoria «pesantissima». E pazienza se il primo tempo non è stato brillantissimo, per la prima volta dopo settimane non è stato tempo di processi, né sul web né nelle radio.
PANETTONE E COTECHINO Se c’è chi sottolinea comeDi Francesco, dopo il panettone, ora mangi in pace anche cotechino e lenticchie, c’è chi si complimenta, anche in questo caso dopo parecchio tempo, con Monchi: «Olsen che salva il risultato sullo 0-0, Cristante e Ünder che sono suoi acquisti, non gli si può dire niente». Tutto risolto, quindi? No. I romanisti ci vanno cauti.
PAPÀ SAVORANI Anche se poi c’è chi ha voglia di condividere la sua gioia e lo fa con una persona particolare: il padre del preparatore Savorani, l’uomo che sta trasformando Olsen da buon portiere in numero uno: «Avvolta nella sciarpa della Roma – scrive Annalaura – incontrarmi con il padre di Savorani, che abita nella mia scala, e abbracciarci come se non ci fosse un domani. Gli altri non possono capire». L’ottimismo, però, c’è, perché, come dice Lorenzo, «a 30 punti serve una grande rincorsa. Ma si può fare». Vero. A patto però, è il pensiero di tutti, di non perdersi più come in questi ultimi mesi. Difficili, duri, ma che in fondo non intaccheranno ilricordo di un 2018 «che è stato bello. Perché è sempre bello – e anche eccitante, stordente, faticoso, pazzesco – tifare Roma». Lo firma il giornalista Fabrizio Roncone, lo condividono praticamente tutti i romanisti.