Qualche giorno di relax a Ibiza per staccare e ricaricare le pile lontano dall’Italia. Totti ieri si è imbarcato insieme alla famiglia per l’isola delle Baleari, nella quale trascorrerà le prime vacanze dopo le dimissioni dalla dirigenza della Roma. Come annunciato nella conferenza stampa d’addio, l’ex Capitano giallorosso si prenderà un mese di tempo per valutare tutte le offerte pervenutegli e decidere che cosa fare dopo trent’anni consecutivi vissuti a Trigoria.
Totti, che ad inizio luglio parteciperà a Sabaudia ad un torneo benefico di padel a sostegno dell’AIL, è stato contattato dalla Fifa, dalla Fiorentina e dalla Sampdoria, ma il pressing più forte giunge dalla Figc di Gravina. Nel frattempo è arrivato il chiarimento del presidente Pallotta sulle indiscrezioni secondo le quali l’imprenditore americano starebbe pensando di portare Totti in tribunale per turbativa d’asta: «Non c’è alcuna possibilità. E falso al 100%. Nella storia – ha scritto il numero uno giallorosso su Twitter – della nostra proprietà, questo prende la medaglia d’oro come commento più stupido che abbia mai letto».
Oltre all’intervento di Pallotta, è proseguito il botta e risposta a distanza tra Totti e la dirigenza, che si è esposta in prima persona dopo il comunicato stampa di lunedì con un’intervista di Baldissoni. Il vice-presidente ha espresso il punto di vista della società sulle parole della leggenda romanista, di cui sono state accettate le dimissioni: «Il passaggio da campione a dirigente non è semplice e va accompagnato con pazienza. Questo addio lascia tanto dispiacere e amarezza. È evidente che è una sconfitta di tutti, non possiamo che essere dispiaciutissimi.
Dopo l’uscita di Monchi gli abbiamo proposto il ruolo di direttore tecnico, quello che per lui era il più consono. Volevamo continuasse a crescere ma in quello che crediamo debba essere un lavoro di squadra. La scelta di Ranieri è stato un suggerimento accolto dalla società, così come l’avventura di andare a cercare Conte. Fienga, che l’ha accompagnato in questa scelta, è il Ceo della società. Parliamo di un percorso in cui aveva già avuto modo di esprimere la sua opinione».
Baldissoni ha sottolineato poi che nessuno ha mai avuto l’obiettivo della “deromanizzazione”: «Dispiace molto che questa sia la percezione di Francesco, rispondo con i fatti. Lui ha avuto due contratti da giocatore con questa nuova proprietà e poi uno di sei anni da dirigente. Anche De Rossi avuto due contratti e gli abbiamo proposto un percorso all’interno della società. L’intento è di premiare chi ha dato tanto per questa maglia. Sarebbe autolesionista disperdere un patrimonio come la romanità. Come potremmo essere così stupidi? Nessuno voleva allontanare Totti dalla Roma».
Uno dei punti più critici dell’esperienza tra Totti e la proprietà statunitense è stato il difficile rapporto con Pallotta, accusato di essere assente e di non essersi fatto mai sentire in questi due anni: «Liverpool e Chelsea, che hanno vinto i trofei internazionali, hanno presidenti come Henry e Abramovich che non sono sempre in sede. Pallotta – ha replicato il vice-presidente – invitò Totti a passare sei mesì a Boston per capire tutto quello che faceva e i suoi investimenti, anche recentemente gli ha proposto di vedersi. Poi capisco che c’è una differenza di cultura e lingua ma il tentativo c’è stato».
Nella chiusura dell’intervista a Sky Sport il dirigente quarantanovenne, che ha definito Totti come un suo idolo al tempo in cui era un semplice tifoso, ha ribadito l’impegno della società nel costruire una squadra vincente: «La Roma ha un piano che va avanti a prescindere. Questa società ha investito senza sosta in questi anni, ha ereditato una situazione difficile, non a caso è stata acquistata dalla banca, ha ottenuto risultati positivi come le cinque qualificazioni consecutive alla Champions. Continueremo ad impegnarci per rendere sempre più competitiva questa squadra e magari vincere qualche trofeo. Magari si faranno degli errori come ammesso anche dal presidente, che è una persona estremamente ambiziosa, che fa questo investimento con l’intento di primeggiare». L’auspicio è che non si vada avanti all’infinito in un confronto a distanza che non porta benefici a nessuno.
FONTE: Il Tempo – F. Biafora