In principio fu Pastore. No, non è un passo di una lettura sacra. Ma semplicemente l’inizio di un calvario, e qui ci vuole, che sembra proprio non avere fine. Quello de li polpacci nostri. I muscoli del capitano e di buona parte dell’equipaggio romanista. Non bastava, evidentemente, la lista di dodici infortunati ai polpacci (quattordici gli infortuni, se facciamo valere uno coloro che hanno fatto registrare ricadute, nello specifico gli argentini Pastore, appunto, e Perotti) che aveva accompagnato la Roma fino all’ultima gara prima della sosta delle nazionali. Perché dal quartier generale azzurro, dove l’Italia di Mancini preparava il doppio impegno con Finlandia e Liechtenstein per qualificarsi agli Europei 2020, sono rientrati alla base Alessandro Florenzi – che rimarrà fuori circa tre settimane per un problema al polpaccio, e scusate la ripetizione – e, ultimo solo in ordine d’arrivo, Stephan El Shaarawy. Uno al giorno, insomma.
La notizia di ieri, infatti, è proprio il ritorno a Roma del Faraone: non c’è più quota per scommettere sui muscoli e in particolare sui polpacci dei giocatori della Roma. La gara vinta dagli Azzurri contro la Finlandia, che verrà ricordata nella storia (anche della Roma) come la partita d’esordio nella Nazionale maggiore di Nicolò Zaniolo, per un altro giallorosso, il numero 92 della rosa di Ranieri, non è stata certo una bella serata. Prima del fischio d’inizio, infatti, Stephan ha accusato un fastidio al polpaccio sinistro. L’italo-egiziano è rimasto in panchina per 90 minuti e, persistendo ieri il fastidio, si è deciso di farlo rientrare nella Capitale, dove già oggi sarà valutato dallo staff medico di Trigoria, con tutta probabilità anche attraverso un controllo strumentale. Controllo necessario, trattandosi del muscolo che tanto fa soffrire i calciatori che si allenano al centro tecnico Fulvio Bernardini, anche se rispetto alla prime sensazioni potrebbe trattarsi di un infortunio di entità inferiore. (…)
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