Ormai ha imparato a convivere in questo stato di precarietà. Ogni partita un’esame. Lui abituato a lavorare, ad affidarsi alla metodica del lavoro, capace di esprimere i concetti sul calcio anche a blivello cattedratico, deve adattarsi a vivere alla giornata. Eusebio Di Francesco si avvicina alla partita più difficile senza paura, con la consapevolezza che solo il lavoro potrà aiutarlo a uscire da queste sabbie mobili. Senza tanti titolari affronterà il più forte giocatore al mondo con tanti giovani. La Juve oggi è di un altro pianeta: «C’è uno stadio che favorisce la Juventus anche dal punto di vista del clima. Mi ricordo quando sono andato con il Sassuolo e nello spogliatoio degli ospiti ti fanno vedere tutti gli scudetti e le coppe che hanno vinto. Dobbiamo essere bravi a cancellare tutte le sensazioni negative che aleggiano sulla squadra per fare un risultato importante che sarebbe storico».
PRECARIETÀ Non nasconde il senso di disagio che prova in questa situazione: «Tutte le mattine quando mi sveglio mi sento in discussione, quando le cose non girano ti fai sempre delle domande. Io penso a guardare avanti e fare per forza di cose meglio rispetto a quanto abbiamo fatto finora. Come sapete nel calcio l’allenatore è sempre quello che ha maggiori responsabilità». Sa che sarà dura, c’è anche un tabù da battere: «La Juve ha dimostrato di essere la più forte di tutti, non solo quest’anno, ma ancor di più perché si è rinforzata. Non sarà una partita facile, in uno stadio dove la Roma non ha mai fatto risultato in questi anni. Magari nel momento più difficile per noi tireremo fuori una grande prestazione, ma servirà una gara di simo livello sotto tutti i punti di vista. Allegri ha parlato di una partita da fare bene tecnicamente, mentalmente e fisicamente: sono caratteristiche imprescindibili per fare una grande partita». Se riuscirà a scavallare questo periodo, a gennaio potrà correggere la squadra che gli è stata consegnata in estate con molti punti interrogativi. Il mercato di gennaio potrà aiutare: «E’ inevitabile che questa squadra dovrà fare qualcosa, al di là dei ruoli. Sinceramente di mercato nemmeno ne ho parlato con Monchi, abbiamo parlato più di quello che dobbiamo fare ora per arrivare alla prossima settimana con più punti possibili e giustamente dopo si faranno valutazioni importanti. Però al mercato, per forza di cose, è inevitabile che ci si pensi, questa squadra deve fare qualcosa per le condizioni generali e per i dubbi, anche fisici, che ci sono su alcuni giocatori. Non possiamo non muoverci». E’ chiaro il riferimento a De Rossi e alla necessità di prendere un giocatore dalla sue caratteristiche.
PARAGONI E a proposito di De Rossi, le parole del capitano invitano a fare una riflessione. Come quelle di Pallotta: «Il fatto che Daniele abbia sottolineato che si è parlato troppo delle partenze è perché la situazione si è appianata, ma questo è un errore che è stato fatto all’interno del gruppo. Sulla richiesta di impegno del presidente io vorrei girarlo all’ambiente di Trigoria, anche agli addetti stampa, non solo ad allenatore e calciatori. Se arrivo la mattina alle otto e vedo che non va, non basta. Devo fare di più per fare meglio il mio lavoro, ci dimentichiamo che tante squadre hanno fatto grossi investimenti per arrivare agli ottavi ma non ce l’hanno fatta. Dobbiamo fare meglio in campionato per poter competere e arrivare dove possiamo. La Champions non è tanto distante. Tante squadre hanno fatto grandi investimenti per stare in Champions o arrivare gli ottavi. Si dice girone facile… Io ricordo che tante volte la Roma ha avuto squadre facili e non ha nemmeno passato il preliminare». Ogni riferimento all’Inter e a Spalletti è puramente casuale.