Incrocia il passato, gioca per il presente ma con uno sguardo al futuro. In 90 minuti per Dzeko si nasconde un arco temporale completo a San Siro. A partire da quello che è stato, da quel Luciano Spalletti che è riuscito a tirargli fuori quella cattiveria che sembrava non appartenergli.
Un rapporto di alti e bassi, di bastone e carota, di elogi e reprimende pubbliche, di sostituzioni mal digerite e reazioni sin troppo plateali. C’è un po’ tutto in quella stagione, la migliore di Edin in giallorosso. Trentanove gol totali (29 in campionato, 8 in Europa League e 2 in coppa Italia) e un feeling interrotto drasticamente da fine febbraio quando il centravanti e i suoi compagni di squadra hanno capito che Lucio aveva deciso di andar via.
Un malumore sopito, deflagrato il 25 aprile, quando sul 4-0 a Pescara, a 20 minuti dal termine, Spalletti decide di sostituire il centravanti (rimasto a digiuno in quella gara), in corsa per la scarpa d’oro. La stilettata non si fa attendere: «Fai il furbo, ancora?», con la mano sinistra alzata per mandare a quel paese il tecnico.
Ne segue poi la corsa negli spogliatoi, senza neanche passare dalla panchina. Una frase dietro la quale si celava il pensiero di grande parte dello spogliatoio giallorosso che non aveva digerito le dichiarazioni ondivaghe di Lucio sul suo futuro.
UN DOMANI DA SCOPRIRE – Dzeko all’Inter ha già segnato due volte, sempre all’Olimpico. Mai a San Siro. Uno stadio che il prossimo anno potrebbe diventare il suo. Inutile girarci intorno: al momento a Trigoria non hanno intenzione di rinnovargli il contratto. E a meno che non arrivi un allenatore che ponga come conditio sine qua non la sua permanenza per accettare l’incarico, difficile che possa restare. Inevitabilmente, a un anno dalla scadenza, Edin – da poco 33enne – si guarda intorno.
Ha un’offerta del West Ham ma con la moglie vorrebbe restare in Italia. Proprio l’Inter, al netto delle smentite ufficiali, ha sondato il suo agente ricevendo la disponibilità a trattare. Per ora la Roma non ha ricevuto offerte ma soltanto perché il club nerazzurro vuole la certezza di approdare in Champions. Poi, che sia Conte o lo stesso Spalletti in panchina, Edin – con Icardi pronto a salutare – a Milano sarebbe il benvenuto.
C’è però da scrivere prima il presente. Targato ancora giallorosso. Dzeko ha messo fine sabato scorso al tabù Olimpico in campionato, segnando il gol-vittoria contro l’Udinese. E di tabù in tabù, vorrebbe ora infrangere quello di San Siro. La corsa al quarto posto passa per i suoi gol. Ranieri lo sa e non perde occasione per coccolarselo a livello di dichiarazioni.
ELSHA IN DUBBIO – Domani toccherà all’ex City guidare l’attacco romanista. Che potrebbe essere privo di El Shaarawy, almeno dal via. Il Faraone, top scorer giallorosso in campionato con 9 gol (e 5 assist) in 22 partite, ieri ha avvertito un fastidio al polpaccio che lo ha indotto a svolgere del lavoro personalizzato. La convocazione non sembra in dubbio, la partenza dal primo minuto sì.
FONTE: Il Messaggero – S. Carina