Un paio di giorni fa all’Urbanistica, i proponenti hanno depositato una nuova planimetria che recepisce per sommi capi il nuovo accordo. Si tratta, tuttavia, di un qualcosa con scarsissimo valore tecnico e ancor meno giuridico. Secondo quanto trapela, si stanno gettando le basi per un grande malinteso. Il Comune vorrebbe avere prima la bozza di progetto su cui ritagliare i termini della nuova delibera mentre i proponenti non hanno alcuna intenzione di mettere nulla su carta fino a che non sia stato adottato l’atto autorizzativo, cioè la delibera stessa, quanto meno nella versione di Giunta.
Sono altissime, dunque, le possibilità che il 5 aprile la Conferenza dei Servizi si chiuda con un nulla di fatto. Praticamente zero le possibilità di arrivare entro fine mese ad avere da un lato la bozza progettuale e dall’altro un embrione di delibera. Questo perché l’Urbanistica è una competenza esclusiva del Consiglio comunale e l’iter di approvazione della delibera è piuttosto lungo: adozione in Giunta della proposta, invio alle 6 Commissioni consiliari competenti e ai due Municipi interessati (IX e XI).
Se, miracolosamente, Comune e Roma riuscissero a sbloccare entrambi i loro compiti, si potrebbe anche pensare di mettere in ghiaccio la Conferenza dei Servizi, con la società capitolina che chiedere una sospensione dei tempi.
Invece, se la Conferenza dei Servizi del 5 aprile venisse chiusa con un nulla di fatto o il no espresso al progetto, si ricomincerebbe da capo. Nuova delibera, nuovo progetto, nuova consegna in Campidoglio, ancora 90 giorni per esaminarlo, Conferenza dei Servizi e i suoi 180 giorni di tempo.