Sarà che gli opposti si attraggono e la calamita del mercato amplifica l’effetto, ma Sabatini e Monchi si sono rincorsi, sfiorati, e soprattutto sfidati per tutta l’estate. Il duello ai piani alti di Inter-Roma in realtà non è mai finito, il gong del calciomercato non ha interrotto la partita a distanza tra i due direttori sportivi, tanto diversi eppure con gusti così simili in fatto di calciatori. Il nome di Ziyech, per esempio, è stato ed è sui taccuini di entrambi: il gioiellino dell’Ajax è un pallino dell’interista, che lo voleva già ai tempi di Trigoria e ora lo tiene nel mirino per il dopo-Perisic, l’olandese piace anche allo spagnolo, che lo ha inserito nella lista dei possibili eredi di Nainggolan (la trattativa con i cinesi si è però arenata e se ne potrebbe riparlare a giugno) e già aveva pensato a lui quando stava sfumando Mahrez. Solo un’idea per Monchi, che ha poi virato con forza su Schick, altro punto di contatto col suo predecessore che Patrik lo voleva portare a Roma un anno e mezzo fa. Sfumato l’affare con la Juventus, è andato in scena il duello di mercato tra Inter e Roma e sappiamo com’è finita. Le parti si erano già incrociate a giugno sulla strada per Karsdorp, ma l’Inter si è presto defilata. Sia il terzino sia l’attaccante non sono riusciti a dimostrare il loro valore, tra infortuni e milioni di aspettative.
Ma non sono solo sorrisi per Sabatini: il suo vecchio pupillo Kolarov è il vero affare fatto da Monchi in estate, un inamovibile per Di Francesco. Che Spalletti sogni di allenare a Milano qualche suo ex giocatore non è un mistero, fa la corte a Palmieri su cui però ci sono Chelsea e Juventus, ha provato ad inserirsi nella trattativa per il rinnovo di Nainggolan a luglio, sfruttando il malumore del centrocampista per l’attesa troppo lunga: «Radja ce l’ho sempre in testa, lo prenderemmo subito, ma la Roma lo proteggerà», aveva ammesso Sabatini. Ora quella protezione è crollata, il Ninja è uno dei big sacrificabili. L’agente di Manolas aveva parlato dei nerazzurri come una possibilità e lo stesso raccontava il procuratore di Peres, che all’andata è stato tra quelli saliti in tribuna a salutare l’ex diesse. In comune Monchi e Sabatini hanno anche la passione per Jovetic, ma alla fine sono più le differenze. Basti pensare che lo spagnolo non fuma (ricorderete i pacchetti di Marlboro di Walter), fa una vita da atleta allenandosi spesso in palestra e si comporta come un membro dello staff tecnico, vive lo spogliatoio emangia con i giocatori,mentre Sabatini preferiva convocare il tecnico di turno nel suo ufficio per fare il punto. I due opposti si ritroveranno domenica a Milano, nella città del mercato, ma la partita stavolta si gioca sul campo e vale punti pesanti come milioni.