L’ombra di Conte si allunga sui profili tesi e concentrati di Spalletti e Ranieri che stasera si affronteranno per la quinta volta in carriera (3 successi e un pareggio per il romanista, che però nelle quattro sfide guidava la Juventus contro la Roma) con l’obiettivo all’orizzonte di portare in acque internazionali ognuno la propria squadra, col rischio di doverla poi lasciare tra due mesi a un signore che invece si guarderà la sfida in tv (al Meazza sarebbe troppo sfacciato?) e per il momento si accontenta di giocare a carte in televisione scherzando sul suo futuro.
A vedere i numeri non c’è tutta questa differenza nel curriculum stagionale tra Roma e Inter. Nel tratto comune di un cammino comunque lastricato da polemiche, le due squadre hanno perso ognuna già otto volte in questo campionato. Solo che delle restanti 24 gare, l’Inter ne ha vinte 18, la Roma 15. Sarebbe bastato, nel facile giochino dei se e dei ma, difendere i larghi vantaggi con Chievo, Cagliari e Atalanta per essere oggi al fianco dei nerazzurri, con la Champions in tasca, a programmare il futuro con molta più serenità, addirittura con la prospettiva di ipotecare il terzo posto e magari attaccare il secondo in caso di declino del Napoli. Invece non si sa ancora quale competizione europea la Roma potrà disputare il prossimo anno e forse non si saprà fino all’ultima giornata, con l’inevitabile ritardo che ne deriverà nella programmazione strategica del futuro.
Ultimo treno per il podio (…)
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FONTE: Il Romanista – D. Lo Monaco