Is there anybody out there? Così magari la capisce meglio Pallotta la domanda a cui deve dare qualche risposta. “C’è qualcuno là fuori?”. È una domanda sul futuro. Perché il tifoso della Roma sta come quella bambina appoggiata a una balaustra, dietro a una rete a cercare di vedere quello che non vede, aggrappato soltanto alla sua fede. Quella mai morrà veramente. Gigante come quella pupa di fronte al nulla.
I colori ce li avremo sempre negli occhi, ma adesso è l’orizzonte che non si vede. Monchi è già tornato a Siviglia mentre deve ancora finire un campionato che se è agonizzante magari è anche (anche eh) per responsabilità sua. E va bene, è giusto, anzi meglio cambiare, va bene quello che vi pare, però stona pure un po’ ‘sta cosa. Qui se ne vanno, o vengono mandati via, o fanno finta di venire mandati via tutti, e a noi resta sempre soltanto l’ipotesi di costruzione di un amore. Non corrisposto. Meglio soli che in cattiva compagnia, ma i tifosi adesso hanno bisogno di qualche certezza oltre a quella della fede.
Gli interrogativi sul futuro sono troppo alti, e la pupa torna piccola davanti a quei mulini giganti. Totti non gioca più, De Rossi forse smette, non si sa chi farà il mercato della Roma, né chi sarà l’allenatore, non si sa se sarà Europa, grande piccola o Romexit. Non si sa se sarà mercato all’altezza comunque – come ha lasciato intendere Massara ricordando che la Roma negli anni in cui non è andata in Champions l’anno successivo è arrivata due volte seconda col record di punti – oppure se sarà ridimensionamento, come sembrerebbe dalle parole di Ranieri che «se qui non si arriva in Champions in tanti cambiano aria». Cambiamo aria adesso perché ‘sta stagione è irrespirabile. Andava cambiata anche prima, aperta la finestra su questo campionato perché si vedeva che le cose nel cortile di casa andavano male. Tanto. (…)
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