Ventidue punti di vantaggio accumulati in sedici partite. L’impressionante gap che divide Juventus e Roma in classifica, che impedisce di catalogare la partita di sabato come sfida scudetto, nasce principalmente dalla perforabilità della difesa di Eusebio Di Francesco oltre che dal livello complessivo della Juventus. I bianconeri hanno subìto 8 gol, uno ogni due partite; la Roma 22, quasi uno e mezzo ogni 90’. (…) Gli attaccanti, invece, se consideriamo anche Juan Cuadrado (1) e Federico Bernardeschi (2) hanno segnato 23 dei 33 gol della Juve. Più di due su tre. Incidono in maniera pesante gli 11 di Cristiano Ronaldo (come l’intero attacco della Roma) e i 7 di Mario Mandzukic, mai così prolifico a Torino.
(…) Che l’attacco non sia uno dei punti forti della Roma di Di Francesco è cosa non sorprendente. Anche nello scorso campionato il 3° posto finale era stato frutto più della seconda difesa che del quinto attacco del torneo. E il problema non è scomparso, se si pensa che la coppia di centravanti composta da Dzeko e Schick sia la meno prolifica della Serie A (3 gol in due). D’altronde, il bosniaco – pur diventato in carriera capocannoniere in Bundesliga e in Serie A – è più attaccante di manovra che killer implacabile. Il ceco, invece, è alle prese con una crisi più psicologica che tecnico-fisica, e così ormai si parla apertamente di una sua cessione in prestito per non depauperare i 42 milioni spesi per il cartellino in quell’estate di due anni fa, quando la Juve lo prese (per 30 milioni) e lo mollò per un problema al cuore poi risolto. E allora non stupisce che a tenere in linea di galleggiamento la fase offensiva siano i difensori e le palle inattive. Così, se il capocannoniere è El Shaarawy (infortunato), lo segue dappresso Kolarov, che con 4 gol ha stabilito il suo primato personale nel nostro campionato.
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