Come procede il recupero?
“L’operazione è andata bene, ora mi alleno circa due volte al giorno, a seconda di quello che mi dice l’allenatore. Ho iniziato a riassaggiare il campo, facendo un po’ di corsa e un po’ di esercizio per i piedi. Le cose migliorano giorno dopo giorno: forse posso tornare prima del previsto. Non posso dire una data precisa ed è importante non forzare perché si è trattato di un’operazione al menisco del ginocchio. Ma spero di tornare in gruppo per la prima partita di campionato”. (Dion Kesling)
Sei rimasto deluso di non essere stato protagonista di uno splendido annuncio video come qualcuno degli altri giocatori? “No, certo che no! Penso solo a lavorare per recuperare dall’operazione a cui mi sono sottoposto. Ad essere sincero, non ci ho neppure fatto caso. Penso esclusivamente a tornare in forma quindi per ora non utilizzo molto i social network…”. (AS Roma India)
Chi era il tuo idolo da bambino? “Risponderò in maniera un po’ atipica. Non ho mai avuto un idolo. Da bambino, volevo sempre migliorarmi. Se sbagliavo qualcosa o se non ero bravo a fare qualcosa, mi allenavo per migliorarmi. Guardavo moltissime partite di calcio ma non avevo un idolo preciso e non avevo la camera piena di poster. Guardavo a me stesso piuttosto che guardare gli altri”. (Michael)
Praticavi altri sport quando eri bambino? Se sì, quando hai deciso di dedicarti unicamente al calcio? “No, per me c’è stato sempre e solo calcio, calcio, calcio. C’è stato un periodo in cui non andavo bene a scuola e mio padre aveva deciso che non potevo più giocare per il Feyenoord. Dovevo solo concentrarmi sulla scuola. Se fossi andato meglio, avrei potuto riprendere a giocare. A partire dal mio quindicesimo compleanno sono tornato a giocare con il Feyenoord e successivamente ho preso il diploma di maturità. Mi allenavo tre volte alla settimana da solo, assieme a un allenatore personale che mio padre aveva ingaggiato. Poi ho firmato un contratto e le cose sono andate sempre meglio. Se dovessi scegliere uno sport oltre al calcio, direi il tennis”. (Oskar)
Hai incontrato Francesco Totti? Cosa pensi di lui e del club? “No, non ho ancora incontrato Francesco Totti. Nei miei primi giorni a Roma sono stato molto impegnato per via dell’operazione, quindi non l’ho ancora visto. Da quello che mi hanno detto, Francesco è una personalità qui a Roma. Con le dovute proporzioni, può essere paragonato a Dirk Kuyt, che ha iniziato e finito la sua carriera al Feyenoord, sebbene Totti abbia giocato alla Roma per tutta la carriera. Lo rispetto molto. Per quanto riguarda le mie prime impressioni sul club, per me è difficile dire qualcosa ora. È difficile da nuovo arrivato. Sono in una cultura diversa e non parlo la lingua. Devo ancora ambientarmi a Roma. Nelle ultime settimane, tra il ritiro e la tournée, sono stato lontano da casa e da Roma. Quindi non ho potuto ancora scoprire la città. Al momento posso dire che il club mi ha fatto un’ottima impressione. Mi intendo bene con il fisioterapista e con le persone che lavorano in palestra. I giocatori sono molto gentili con me, nonostante non parli italiano. È un buon segno, sono tutti aspetti positivi. L’unica cosa a cui penso ora è recuperare e allenarmi il prima possibile assieme ai compagni. Quando sarò in grado di farlo, riuscirò a integrarmi meglio. Ovviamente, gli sforzi che ha fatto la società per portarmi qui mi portano ad avere sensazioni positive e sono contento di questo”
Paride Di Gregorio: “Qual è stato il momento più bello della tua carriera finora?” “Il momento più bello e felice della mia carriera finora è stata senza dubbio la vittoria del titolo con il Feyenoord la scorsa stagione. L’anno prima avevamo vinto la coppa e sapevamo che avremmo potuto fare di più. La squadra si è sempre dimostrata unita e siamo riusciti a vincere il campionato. Questo è il momento più bello della mia breve carriera. È difficile esprimere a parole quello che ho provato quando ho vinto il titolo con il Feyenoord. E, ovviamente, sono molto felice di essere alla Roma ora”. (Totti Gooner)
Cosa ti ha detto Kevin Strootman per convincerti a venire alla Roma? “Si è trattato di una decisione difficile. Avevo giocato nel Feyenoord dall’età di otto anni. Lì avevano mostrato sempre grande fiducia in me quindi non è stata una scelta facile. Poi ho chiamato Kevin per chiedergli un parere. Kevin mi ha detto che non voleva lasciare la Roma, che amava il club. Mi ha anche detto che, oltre al calcio, Roma è una bellissima città in cui vivere – e io avevo bisogno di una nuova sfida per la mia carriera. Alla fine mi sono convinto e ho deciso di venire alla Roma. È stata una conversazione breve ma Kevin ha detto alcune cose che si sono rivelate importanti per la mia decisione finale”. (Alex by One)
Qual è la tua caratteristica migliore sul terreno di gioco? “È molto difficile per me parlare in termini positivi di quello che faccio! Sono molto critico nei miei confronti. Mi piacerebbe rispondere dicendo quali sono gli aspetti su cui devo migliorare. Ma credo che uno dei miei punti di forza sia la mia velocità, credo sia evidente, non posso negarlo. È un’arma importante per me”. (Giorgio Ruggeri)
Cosa pensi della Serie A e del tipo di calcio che si gioca in Italia? “È un calcio molto diverso da quello che si gioca in Olanda. Guardo molto il calcio quindi so come si gioca qui. So che si difende in maniera molto più forte e aggressiva rispetto all’Olanda. Posso migliorare in questo aspetto quindi non vedo l’ora di imparare durante gli allenamenti. Per quanto riguarda la fase offensiva, farò il mio, come facevo in Olanda, e tutto andrò per il verso giusto”. (Simone)
Vorrei sapere qual è stata la tua prima impressione dello Stadio Olimpico quando ci hai giocato da avversario e un parere sui tifosi della Roma in quella occasione… “È difficile da descrivere. Giocavo per il Feyenoord, ora gioco per la Roma. Era la seconda o la terza partita della mia carriera. Sono entrato in campo dopo circa 30 minuti. Sapevo che la Roma era ed è una grande squadra. Quando sono entrato nello stadio, mi ha colpito subito. Tutto è organizzato alla perfezione. È una grande squadra e una grande società, in tutto e per tutto. E credo che si possano paragonare la tifoseria della Roma a quella del Feyenoord in termini di passione”. (Mattia Zucchiatti)
Cosa ti mancherà di più del Feyenoord? “Credo che mi mancheranno molto i miei compagni, senza di loro non sarei qui ora. Mi mancheranno anche l’het Legioen (la tifoseria del Feyenoord “la Legione”) e la mia famiglia. Sono stati tutti molto importanti per la mia carriera. I miei compagni mi hanno aiutato molto e hanno lavorato con me tutti i giorni. Saranno loro che mi mancheranno più di tutti. (Daniel)
Quali sono i tuoi principali obiettivi con la maglia della Roma? “Giocare più partite possibile. Sono ancora giovane. Amavo giocare nel Feyenoord per via dei tifosi. Voglio fare lo stesso qui. La società mi ha dimostrato la sua fiducia e voglio ripagare tutti quelli che hanno creduto in me. Per me è semplice: voglio giocare il più possibile e vincere dei trofei. L’ho già fatto al Feyenoord, quindi perché non farlo qui?” (Dosty Amin)