Il problema è che era il Chievo. Altrimenti potevamo anche stropicciarci gli occhi, pur sapendo che con la Roma di quest’anno non si può mai stare tranquilli. Però, tutto in una volta: tre punti in più rispetto alle prime quattro giornate del girone d’andata; quinto clean sheet in campionato, quarto in traferta, i precedenti con Torino, Empoli e Parma lontano dall’Olimpico, con il Frosinone in casa; nessuna rimonta subita, neppure parziale, roba che quest’anno è da sottolineare in rosso ricordando lo stesso Chievo in casa, Cagliari, Atalanta, Torino (poi battuto); quarta vittoria esterna, la precedente a Parma nell’ultima gara del girone ascendente; un gioco che con il ripristinato quattro-tre-tre sembra tornato a essere fluido e con la sensazione di meccanismi che finalmente funzionano; minimo la conferma di una classifica che legittima ulteriormente quell’inseguimento alla Champions League che ci piace tanto; tre punti che sono il miglior modo possibile per preparare la sfida di martedì prossimo all’Olimpico contro il Porto, primo atto di un ottavo di finale di Champions da vivere tutti insieme appassionatamente; altri tre gol realizzati (e un paio di legni che stiamo qui ancora a domandarci come mai non si siano rotti) che fanno salire il totale a quota quarantaquattro reti in campionato, in pratica una media di un paio ogni novanta minuti, a conferma di come il gol non sia un problema per questa squadra (semmai lo è al contrario).
E poi: Dzeko che sembra quasi tornato ai suoi migliori livelli; Zaniolo che, pur in una partita non brillantissima, qualche effetto speciale ce lo regala sempre; Schick che non ha segnato ma ha ribadito che lui con il bosniaco può giocarci anche se si deve sacrificare (e lo ha fatto) in una fase difensiva che ormai sembra aver metabolizzato, cosa che gli garantirà parecchie altre occasioni; El Shaarawy, arrivato a quota otto gol, ancora capocannoniere italiano dei giallorossi, capace di confermare una condizione decisamente buona, l’esterno sinistro alto migliore che in questo momento Di Francesco può mandare in campo.
I nuovi titolari (…)