Tuo padre ti dà ancora consigli?
“Certo, e sono tutti finalizzati alla mia crescita come professionista. Lui da giocatore è arrivato a un livello da cui io sono ancora decisamente lontano. Elaboro ogni suggerimento con la mia testa e poi creo un opinione personale”.
Come ti sei sentito il primo giorno in cui hai iniziato a giocare a calcio? “Ho capito di essere entrato a fare parto del calcio che conta quando ho svolto il primo allenamento con l’Ajax. Questo implicava anche riuscire a mantenere i piedi per terra, ma quando ho iniziato a confrontarmi con i giocatori della prima squadra sapevo che ero arrivato pareggio in alto. Era il mio sogno allenarmi e giocare al top. Bisogna sempre avere un sogno da inseguire”.
Sono più duri gli allenamenti all’Ajax o alla Roma? “Il calcio italiano è più tattico rispetto a quello olandese, con una cura particolare a tutte le fasi di gioco. Di conseguenza anche gli allenamenti sono leggermente diversi. Nel complesso posso dire che in Italia sono più duri, ma questo è uno dei motivi per cui sono venuto qui”.