L’indiscrezione arriva da Pechino. Un consorzio di grandi immobiliaristi cinesi, sotto la regia del finanziere statunitense George Soros, sarebbe interessato a entrare nell’affare per la costruzione del nuovo stadio della Roma. II gruppo di imprenditori dell’Estremo Oriente, in cambio dell’impegno diretto nell’operazione, vorrebbe anche prendere in considerazione l’acquisto di quote del club giallorosso, possibilità che il presidente James Pallotta però non considera. L’alleanza cino-americana non è ancora nella fase della trattativa, ma l’interessamento viene giudicato serio negli ambienti finanziari, con la banca d’affari Jp Morgan come potenziale advisor.
Lo sbarco della Cina nel calcio italiano prenderebbe dunque ulteriore consistenza, se anche la Roma, dopo l’Inter e in contemporanea con la discussa trattativa per il Milan, dovesse cominciare a parlare cinese. Per il momento sono numerosi i gruppi interessati e tutte le opzioni sono subordinate al superamento delle note questioni politiche, con la giunta Raggi sotto i riflettori. È però certo che i soggetti interessati non sono imprenditori di secondo piano e che non rischiano lo stop del governo di Pechino. Del consorzio farebbero parte, tra gli altri, il gruppo Evergrande, comproprietario del Guangzhou, già allenato da Lippi e Cannavaro, e la Zall Co, proprietaria del Wuhan di Ferrara.
Le perplessità dei cinesi sono appunto legate agli ostacoli di natura burocratica: l’esempio preso a prestito è quello della Ryder Cup del 2022, il più grande evento mondiale del golf, assegnato a Roma e a rischio perché è saltato il finanziamento statale. Ma in Cina, malgrado la crisi del 2013, i miliardari del mattone restano fortissimi e stanno valutando seriamente l’idea di far parte dell’operazione “Magica Arena”, con la “Stadio della Roma Tdv” di Pallotta e la famiglia Parnasi.