Dategli il derby, il suo motore ibrido cambierà ritmo diventando inarrestabile a dispetto di un paio di pistoni doloranti. E’ tutto già visto: esattamente come lo scorso anno, Radja Nainggolan si è acceso improvvisamente nella prima partita contro la Lazio segnando il suo secondo gol stagionale. Con leggero anticipo, in realtà, perché ai tempi di Spalletti il derby d’andata era capitato il 4 dicembre, alla quindicesima giornata, mentre domenica la Roma ha giocato la sua partita numero 12.
CAMBIAMENTO – Tornano in mente, a questo punto, le critiche preventive a Di Francesco che aveva osato riportarlo nel ruolo naturale di mezz’ala, dopo un anno e mezzo vissuto da trequartista. Beh, a giudicare dal rendimento delle ultime settimane come padrone del centrocampo, Nainggolan ha facilmente assimilato il ritorno alle origini senza smettere di essere decisivo per la squadra.
INFORTUNIO – Anche i compagni lo applaudono per l’impressionante capacità di recupero: «Non è umano» ha sottolineato Perotti osservando gli otto giorni di cui il «supereroe» (espressione di Di Francesco) ha impiegato per smaltire una lesione muscolare ed essere protagonista nel derby. «L’infortunio era vero, mi veniva da piangere» ha scritto ieri Nainggolan sui social per rispondere a qualche battutina arrivata dal Belgio. Non vuole correre il rischio di perdere il Mondiale dopo aver saltato le due amichevoli con la sua nazionale. Sapete com’è il ct Martinez…
GALLERIA – Intanto però Nainggolan si sta avvicinando per continuità e qualità al rendimento dei grandi interni della storia della Roma. Da Capello ad Ancelotti, da Cerezo a Emerson da Rosa, senza contare il migliore Strootman, in una hall of fame virtuale non sfigurerebbe affatto. In qualunque ruolo su qualunque campo.