Tifiamo solo la maglia è lo slogan che va più di moda negli stadi italiani. La maglia non passa mai di moda e soprattutto non tradisce mai. Lo sanno benissimo anche le aziende che fanno a gara per accaparrarsi la vetrina principale. Immaginate solo quante inquadrature vengono fatte di una maglietta rispetto a quelle di un semplice cartellone a bordo campo. Ma non solo, perché le casacche che vengono vendute negli store dei vari club hanno lo sponsor stampato sopra. E così anche il tifoso diventa una vetrina secondaria. Il business delle maglie da calcio è solido e questo emerge anche dall’annuale indagine Sporteconomy Jersey Sponsor Index. Gli investimenti continuano a crescere nonostante la crisi. Nella stagione 2018-19, gli introiti ammontano a 125 milioni di euro complessivi per una crescita del 16% rispetto al campionato scorso quando nelle casse dei club di serie A sono entrati 105 milioni. Effetto Cristiano Ronaldo? Sì, ma non solo perché analizzando bene i numeri si nota che questo è un trend che va avanti dal 2015, quando le sponsorizzazioni della massima serie si sono attestate su un valore di 85 milioni di euro. Un valore rimasto invariato dai tre anni precedenti. Maggiori introiti, dunque, ma non equamente distribuiti perché l’80% del valore delle sponsorship di maglia è controllato solamente da sei società, per un totale di 99,3 milioni di euro, mentre i restanti 14 club non mettono assieme più di 24,7 milioni di euro. Cifre rispettabili, ma che diventano piccolissime se confrontate con quelle della Premier League: la somma degli sponsor principali tocca quota 313,6 milioni di sterline circa 346 milioni di euro. Anche quest’anno la Juventus si conferma al primo posto con 26,7 milioni di investimenti (sommando Jeep e Cygames sul retro). Al secondo posto si piazza il Sassuolo, che può contare sul main sponsor-proprietario Mapei, che spenderà 18 milioni per apparire. Appaiate al terzo posto Milan e Napoli con 15 milioni di euro. Gli azzurri sfruttano i tre format commerciali disponibili (main, second e retro sponsor) con acqua Lete, pasta Garofalo e caffè Kimbo. Il contrario della Fiorentina che non ne ha neanche uno. I rossoneri anche in questa stagione sono sponsorizzati da Fly Emirates.
FRONTE SENZA RETRO – Niente logo dietro anche per il Milan che, come detto, insieme a Fiorentina e Sassuolo sono gli unici tre club che hanno la maglia pulita dietro. Ormai il retro-sponsor, introdotto nel luglio 2014, è diventato una certezza per le squadre. Novità che ha fatto fatica a decollare, nella stagione 2016-2017 lo avevano 13 club di cui solo due big: Inter e Napoli. Per il secondo anno di fila la Juve avrà Cygames, i nerazzurri la scritta Driver, la Roma (quinta nella classifica generale 14 mln) Hyundai (3,5 milioni), è il club della massima serie con la maggiore crescita commerciale rispetto al 2017/18 considerando i 14 milioni di Qatar Ariways. La Lazio (settima con 4 mln) ha la scritta Seleco (500 mila euro) che la passata stagione era main sponsor. Ma attenzione perché i guadagni aumenteranno grazie al via libera della Lega di Seria A per avere uno sponsor anche sulla manica. Richiesta fatta dai 20 club in una delle ultime assemblee. Andrà sulla manica sinistra e dovrà avere una grandezza massima di 100 cm2. Nessuna possibilità che la fascia di capitano diventi un nuovo spazio pubblicitario. Potrà essere caratterizzata solo per iniziative benefiche collettive. Per il resto resterà un simbolo uguale per tutti. A proposito da dopo la sosta arriveranno le multe per i trasgressori.