Speriamo che abbia ragione la Roma a confermare Di Francesco. Speriamo tanto. Speriamo che Di Francesco ci porti là dove nemmeno riusciamo a immaginare, dove nemmeno possiamo immaginare dopo un 7-1 e mille gol presi allo stesso modo, come bere un caffé, e mille parole spese alla stessa maniera.
La Roma vede cose che noi (romanisti) non riusciamo nemmeno a immaginare. Speriamo che a largo dei bastioni di Orione non si prendano 10 gol in 135′ (dal 45′ di Atalanta-Roma al 90′ di Fiorentina-Roma). Speriamo che non ricapiti quello successo dopo la prima sosta quando ci eravamo detti: “vabbè so’ tre partite, ci sono tanti nuovi, diamogli tempo”, anche se poi dopo venne il turno del Real e del Chievo. E poi il Bologna, che ci eravamo detti: “vabbè, col Bologna di Mattiello e Santander vinciamo”.
Speriamo che stavolta non sia come prima della Spal, che ci eravamo detti: “vabbè, veniamo da quattro vittorie consecutive”, o come prima dell’Udinese (“vabbè, nelle ultime 10 ne abbiamo vinte 7”), o come prima del Cagliari (“vabbè con l’Inter ce l’hanno strarubata, ma hai visto finalmente che Roma”), o come prima dell’Atalanta al ritorno che capirai ne avevamo vinte 5 delle ultime 6, o come l’altro ieri che speravamo tanto in tutto e… Già, l’altro ieri. Firenze. Sette a uno. Ecco.
È che l’altro ieri è diverso da tutte le altre volte. L’impressione è che a Trigoria non abbiano capito la sofferenza provata dai romanisti al Franchi e che provano ancora oggi. È un’impressione, magari stanno facendo tutto il meglio con questa consapevolezza nel cuore. È una speranza. Speriamo. Però se mi dici “che il calcio ti dà un’altra possibilità” o se pensi che la partita che conta è col Milan, o che il tuo obiettivo è soprattutto il quarto posto, allora non hai capito quello che stanno provando i tifosi della Roma. Manco un po’. Non si tratta di crogiolarsi nelle sconfitte, del non voler reagire, anzi, si tratta semplicemente che fa male. 8…9
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