La prima tappa sulle morbide colline bolognesi è superato. La Roma vince ancora (6 successi consecutivi compresi i due inutili con Lione e Lazio), ma ovviamente lo 0-3 al Dall’Ara non basta a cancellare l’eliminazione in coppa Italia anche se permette a Spalletti di mantenere intatto il gap con la Juve a 7 giornate dalla fine. «Finché la matematica ce lo concede dobbiamo credere a tutto e quindi anche allo scudetto. C’era da assorbire il contraccolpo del derby e nonostante il gran caldo ci siamo fatti trovare pronti. Ci siamo allenati col ghigno, senza farci turbare da un risultato negativo. Ci siamo lasciati tutti la barba e vinto una gara delicata. Bisogna abituarsi ad avere un rendimento di livello costante, per ora su questo abbiamo fatto ridere», le parole del tecnico. E il ghigno sembra averlo ritrovato pure Spalletti per il quale le percentuali di permanenza stanno leggermente aumentando nonostante la “minacciosa” presenza di Mancini ieri in tribuna a Bologna (l’ex interista ha invitato Totti a giocare a paddle, il capitano ha accettato divertito) e la battuta di Montella: «Fanno il mio nome? A Roma ho casa, quindi ho più che una panchina…». Luciano invece stavolta ha evitato di parlare del contratto, ma qualche segnale l’ha lanciato: «A fine campionato tireremo le somme e parleremo del futuro. In questi 18 mesi di campionato (in realtà sono 15, ndr) la Roma ha fatto 7 punti in meno della Juve, e finora nel girone di ritorno nessuno ne ha fatti più di noi. Sono numeri importanti. Poi è chiaro che se sbagli quelle due partite lì ti possono creare delle difficoltà. Pochi giocatori in rosa? Secondo me siamo al livello di possibilità di cambiare della Juventus. Io ho le mie possibilità di sostituire dei giocatori forti e di avere lo stesso risultato. Probabilmente ho cambiato anche poco».
Una carezza al club quindi che a breve abbraccerà il nuovo ds Monchi (la stampa spagnola lo ha “beccato” con un manuale di italiano in tasca) e che non avrebbe problemi a firmare il rinnovo di Spalletti. Chi ha firmato il gol numero 24 in campionato (34 stagionali) intanto è Dzeko che ha riagguantato Belotti in cima alla classifica dei cannonieri e chiuso un match non esaltante dopo il vantaggio di Fazio e la rete numero 15 di Salah (mai in carriera Momo ha segnato più di così). «Ma Edin può e deve fare di più», ha ripetuto anche ieri Spalletti. In mezzo il palo di Di Francesco e l’ovazione del Dall’Ara per Totti entrato al’85’. Dzeko sposa Sarri e se l’è presa con la Lega: «Non ci ha aiutato col calendario prima del Lione eppure sarebbe stato meglio anche per loro avere un’altra italiana in Europa. Anche noi però non ci siamo comportati da grande squadra. Ora dobbiamo credere allo scudetto e difendere il 2° posto». Martedì la Juve sfida il Barça a Torino e sabato va a Pescara da Zeman. La Roma dovrà vedersela in casa con l’Atalanta orfana del Papu Gomez squalificato.