La festa della Roma è iniziata ieri sera. Con un anticipo inaspettato: grazie al ko dell’Inter in casa col Sassuolo, i giallorossi sono qualificati matematicamente alla prossima Champions League. Ora resta da difendere il terzo posto, ma l’obiettivo è raggiunto con due turni d’anticipo. E non è poco per come s’era messo il campionato a un certo punto.
Stasera all’Olimpico di festa potrebbe essercene un’altra, quella della Juventus per uno scudetto di fatto già conquistato. Se il Napoli non dovesse far risultato a Genova con la Samp per Allegri il trionfo sarebbe assicurato anche in caso di sconfitta contro la Roma. I giallorossi, a mente libera da ogni tensione, proveranno a fare il loro davanti a uno stadio pieno, per regalarsi un’altra notte magica nell’ultima partita casalinga della stagione che terminerà col giro di ringraziamento dei giocatori accompagnati dai figli. La società – come confermato dal tecnico ieri – ha chiesto alla squadra di chiudere il campionato al terzo posto che vale qualche milione di euro in più. Quindi si gioca per vincere e ci mancherebbe il contrario dopo il salto in avanti nella mentalità ottenuto con tanta fatica in questa stagione.
“Noi teniamo tantissimo al terzo posto e nelle ultime due partite dobbiamo fare sei punti – ordina Di Francesco – poi si faranno i calcoli del distacco dalle prime, anche se per me non conta niente perché l’unica cosa rilevante è chi vince lo scudetto”. Da sette anni è sempre la stessa, la Juventus, che di tricolori nella sua storia all’Olimpico ne ha già festeggiati due nel 1973 (col famoso gol di Cuccureddu nella giornata della fatal Verona per il Milan) e nel 1978, dopo aver conquistato una Coppa Italia nel 1965 nello stesso stadio. In tutto sono dieci i trofei vinti al Foro Italico dai bianconeri, più di Roma e Lazio. Dal 1996 ad oggi sono sette, tanti quanti i giallorossi nello stesso periodo: una Champions, quattro coppe Italia, due Supercoppe. La Roma, che ha festeggiato il primo tricolore allo Stadio Nazionale Pnf e il secondo a Marassi, all’Olimpico ha alzato al cielo una Coppa delle Fiere, quattro coppe Italia, il trofeo dello scudetto nel 2001 e una Supercoppa pochi mesi dopo.
Insomma la storia è impietosa ma Pallotta vuole provare, piano piano, a ribaltarla. Con l’aiuto di Di Francesco. “Dobbiamo lavorare tanto – aggiunge l’allenatore – e cercare di dare continuità a un certo tipo di squadra, di mentalità, di idea. La Juventus ha vinto tantissimo, non solo con Allegri, perché è abituata a farlo. Il gap c’è sempre stato, non è che arrivo io e trovo la medicina giusta per risolvere il problema. Dobbiamo rinforzarci dove siamo deficitari. Un passo in avanti l’abbiamo fatto cercando di trattare tutte le partite allo stesso modo. E in Champions quest’anno siamo stati migliori della Juve”. Conquistata la qualificazione alla prossima coppa, il resto ora va fatto sul mercato. Di Francesco lancia un messaggio a Monchi: “Io non faccio campagna acquisti, poi è normale che l’allenatore sia importante nelle scelte. Dopo un anno qui anche gli altri capiscono meglio me e quello che voglio”. Sarà un’altra lunga estate