Passano gli anni, ma la formula magica a Trigoria continua a rimanere la stessa. Questa volta però la convinzione di Luciano Spalletti sembra attecchire maggiormente all’interno dello spogliatoio, perché la necessità di difendere il secondo posto passerà inevitabilmente dall’attacco al gradino più alto nel podio. Con 7 gare segnate fino al termine del campionato, la Roma sarà costretta quantomeno a provarci, un obbligo dettato dalle delusioni arrivate nelle coppe e dagli incastri di un calendario, che almeno sulla carta, lascio uno spiraglio ulteriore verso la possibilità di credere all’impresa. Un discorso ipotetico e sicuramente complicato considerando i difetti che saltuariamente si sono registrati nella stagione giallorossa e lo strapotere della Juventus capolista, caricata ulteriormente dalla solida e schiacciante vittoria europea con il Barcellona. Ma se il fitto periodo di impegni ha contribuito a minare le certezze romaniste, nella capitale sperano di poter sfruttare a proprio vantaggio l’ingolfato percorso finale dei bianconeri.
L’eventuale passaggio del turno della Juve alle semifinali di Champions League costringerebbe i ragazzi di Allegri ad affrontare la salita più ardua proprio a cavallo delle sfide di campionato ritenute più pericolose: l’andata si giocherebbe tra la trasferta di Bergamo e il derby con il Torino, il ritorno tre giorni prima dell’atteso scontro diretto il 14 maggio con la Roma all’Olimpico (ore 20.45). Se dovesse poi concretizzarsi anche l’arrivo in finale di Champions League (in programma il 3 giugno), allora la Juventus sarebbe costretta ad affrontare i giallorossi tra la seconda semifinale europea e la finale di Coppa Italia con la Lazio, che per l’eventualità sarà spostata al 17 maggio (rispetto alla data iniziale programmata per il 2 giugno). Scenario che non dispiacerebbe di certo a Trigoria, dove si continua a cullare il sogno di una rimonta che inevitabilmente passerà per l’ultimo scontro diretto della stagione, con maggiori speranze quindi di poter confrontarsi con un avversario più stanco e distratto dal sogno europeo.
Un domino che al contrario sarebbe invece poco gradito in casa biancoceleste, dove gli incastri porterebbero ad una settimana di fuoco all’interno di una stagione in cui spesso gli impegni ravvicinati hanno messo a dura prova la rosa limitata a disposizione di Inzaghi. La cavalcata laziale quindi dovrebbe produrre l’ultimo sforzo nei sette giorni in cui l’atteso appuntamento di alzare un trofeo andrebbe ad incastrarsi tra gli scontri diretti in campionato all’Olimpico con la Fiorentina e a San Siro con l’Inter. Calcoli in divenire di cui comunque ogni società sta tenendo conto, in attesa di tracciare una linea a chiudere il bilancio stagionale. La rincorsa nel frattempo non dovrà registrare incidenti di percorso, quelli che la Roma non può assolutamente concedersi nelle prossime due sfide contro Atalanta e Pescara, un ponte verso l’ultima salita che partirà dal derby, passerà dalla trasferta con il Milan e si concluderà appunto nel big match del 14 maggio, quando nella Capitale arriveranno primi della classe. Chi si ferma adesso è perduto e la Roma non ha intenzione di mollare fino a quando la matematica non emetterà il suo verdetto definitivo.