Dentro l’uovo la sorpresa c’è, anche se soltanto a metà. In quel primo tempo ben giocato, in certi frangenti quasi sfrontato, comunque a testa alta e senza alcun timore reverenziale. Anzi, attaccato (in ogni senso) con la voglia di portare a casa tre punti che avrebbero permesso di andare poi ancora all’attacco, perfino del terzo posto. Considerando dove si trovava la Roma poco più di un mese fa e le sensazioni da amaro in bocca che lasciava con inquietante costanza, è più di un passo in avanti. È quasi un miracolo – come ribadito più volte anche da qualche protagonista di campo – in linea col periodo. (…)
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FONTE: Il Romanista – F. Pastore