Non hanno convocato l’unità di crisi, anche se la coincidenza potrebbe far pensare al contrario: lo stato maggiore della Roma si è riunito a Londra, tra gli uffici della Raptor di proprietà del presidente Pallotta e i ristoranti alla moda di Chelsea, per discutere di massimi sistemi, cioè di massimi interessi, quindi del denaro che serve a finanziare lo stadio.
INCONTRI – Pallotta ha fatto il punto della situazione con i suoi più stretti collaboratori: alle riunioni inglesi hanno partecipato il fido Alex Zecca, il nuovo amministratore delegato Umberto Gandini e il dg Mauro Baldissoni, oltre al responsabile del progetto di Tor Di Valle, David Ginsberg. Sembra che si sia affacciato anche Franco Baldini, che a Londra vive e a Londra incontrò per la prima volta Pallotta nel 2011, agli albori della cordata statunitense. Il presidente è rimasto in Inghilterra per affari del suo fondo, la Raptor appunto, ma anche per gli incontri con finanziatori (leggasi: banche) e con possibili altri partner commerciali, in un progetto che costerebbe almeno un miliardo di euro.
AGGIORNAMENTO – Aspettando che si definiscano alla conferenza dei servizi della Regione Lazio la modalità e la tempistica per la posa della prima pietra, che per Pallotta avverrà nella primavera del 2017, il presidente deve reperire fondi per non farsi trovare impreparato. «Non cerchiamo nuovi soci per la Roma – ha assicurato – nemmeno di minoranza. Vogliamo raccogliere risorse interne ed esterne alla proprietà». Quando parla di risorse interne, naturalmente, Pallotta si riferisce alla possibilità di un aumento di capitale che consenta alla società proprietaria dello stadio (distinta da As Roma) di erogare denaro fresco per l’avanzamento del cantiere.
INTERESSI – La possibilità di vendere quote della Roma, fino al 40 per cento come aveva riportato la settimana scorsa il network Bloomberg, è stata smentita categoricamente. «Bisogna stare attenti quando si divulgano certe notizie – ha precisato Baldissoni – noi siamo una società quotata in Borsa». Ma è evidente che, nei colloqui con potenziali investitori che si sono informati sullo stadio, Pallotta ha ricevuto diverse manifestazioni di interesse, soprattutto nel Sud Est asiatico: non ci sono stati soltanto sondaggi cinesi ma anche coreani, tutti da aziende grande prestigio che stanno intensificando la loro presenza finanziaria sul territorio italiano.
IL BILANCIO – A Londra si è anche discusso del bilancio che nelle prossime settimane verrà approvato dal Consiglio di amministrazione. Confermato il record storico di fatturato, che ha raggiunto quota 214 milioni al 30 giugno 2016. Le perdite, che ci sono, dovrebbero essere tali da non pregiudicare il rispetto degli accordi con l’Uefa sul fair play finanziario. Gandini, che a Nyon è molto conosciuto e apprezzato, ne ha parlato anche con il nuovo presidente Ceferin. Il problema semmai potrebbe porsi il prossimo anno quando la Roma, a causa della mancata partecipazione alla Champions League, stima di perdere circa 35 milioni di ricavi. Per riavvicinarsi all’equilibrio economico, il club sarà probabilmente costretto a ricorrere a qualche cessione, magari già a gennaio.
LA SQUADRA – Nel corso della giornata, infine, si è sfiorato anche l’argomento sportivo, dopo la brutta sconfitta di Torino che ha fatto infuriare Spalletti (e i tifosi). Pallotta non è contento ovviamente ma non è neppure troppo pessimista. Per questo ha evitato commenti a caldo. Si augura che con questo allenatore, una sorta di investimento personale, la squadra si possa riprendere al più presto, già da giovedì prossimo in Europa League. Grazie al recupero degli infortunati in difesa poi, da Vermaelen (ci vorrà ancora pazienza) a Rüdiger passando per Mario Rui, la difesa troverà la stabilità che manca garantendo alla Roma una continuità di rendimento. Chissà però se basterà a rimettere in sesto la stagione.