Serviva un segnale di vitalità dalla Roma ed è arrivato belloforte, nitido, da San Siro. Arriva annientando il Milan dell’ex Montella e riprendendosi di forza il secondo posto appena scippato dopo l’anticipo del Napoli. Un punto di vantaggio che Spalletti & Co. hanno l’obbligo di difendere da qui alla fine già a partire da domenica prossima quando all’Olimpico arriverà la Juventus. Ma non solo, perché c’è sì da difendere il secondo posto, ma anche evitare la festa bianconera per il sesto scudetto consecutivo proprio a casa dell’unica squadra che le ha dato (nel bene o nel male e con tutti i limiti del caso) del filo da torcere negli ultimi anni. Il bilancio della serata milanese che conclama il crollo del calcio meneghino (e apre nuovi scenari per le due panchine), conferma oltre al secondo posto la Roma in vetta alla classifica dell’attacco più prolifico, dei pali colpiti (ieri sera altri due) e Dzeko capocannoniere: 27 gol non male. Ma le notizie sono anche altre, come il ritorno di una squadra che quando gioca fa male, che ha smaltito le tossine deleterie dell’ultimo derby perso, che si è rialzata e ha ripreso a correre verso il suo obiettivo: che con una Juve così era e resta il secondo posto finale. Spiace non aver visto Totti in campo in quella che sarà stata molto probabilmente la sua ultima uscita a San Siro, ma ugualmente lo stadio milanese gli ha concesso il meritato plauso sotto gli occhi del nuovo ds Monchi per la prima volta in trasferta con la «sua» Roma. In campo non è mai stata una partita perché la squadra di Spalletti parte forte e ci mette otto minuti per portare la gara dalla sua parte. Dzeko chiude alla grande un triangolo con il solito Salah e infila un destro a girare sotto al sette di Donnarumma.
Il Milan è poca roba, anche quando prova a spingere non sembra riuscire mai a far breccia nelle gambe ma soprattutto nella testa di una Roma che continua a dominare la gara. Per il raddoppio così non bisogna aspettare molto e arriva puntuale dopo poco più di un quarto d’ora dal vantaggio giallorosso. C’è sempre la firma di Dzeko che infila di testa, da bomber vero staccando tra due difensori attaccati alle costole, sul bell’angolo calciato da Paredes. La Roma arriva da tutte le parti e non diventa una goleada solo per la scarsa concretezza sotto porta dei suoi attaccanti. Ognuno ci mette del suo, ma si arriva all’intervallo così e nella ripresa la Roma cerca di limitare i danni giocando al piccolo trotto. La partita così cala di ritmo, agli uomini di Spalletti va bene, al tecnico (che di partite ne ha viste qualcuna di più), un po’ meno. E infatti, su una distrazione giallorossa, arriva puntuale il gol del Milan che sembra poter riaprire la partita. Così non è perché la Roma ci rimette subito la testa e un minuto dopo riporta la gara sulle giuste distanze con il gol dell’ex firmato El Shaarawy. Giusta la scelta di non esultare anche se il bel gol avrebbe meritato più enfasi. Finita? Macché, la ciliegina sulla torta ce la mette De Rossi dal dischetto. Rigore fischiato per un fallo netto su Salah e il centrocampista di Ostia chiude il tabellino con un 4-1 che ridà slancio alla Roma e rende più interessante la sfida in programma domenica prossima all’Olimpico tra le prime due della classe. Il resto sono chiacchiere…da bar compreso il derby: quello ormai è alle spalle.