L’anticipo dell’Olimpico (ore 15, attesi 30 mila spettatori), se lo inquadriamo bene, vale di più di quanto si possa credere. Il 2° posto è solo l’obiettivo minimo. Sia della Roma, in vantaggio di 5 punti a cui sommare il primo scontro diretto (3 a 1 il risultato dell’andata), sia del Napoli. E’ evidente che per Sarri, se davvero spera di replicare il piazzamento della scorsa stagione (finì alle spalle della Juve e si ritrovò direttamente in Champions), questa è l’ultima chiamata. Sfida da dentro o fuori solo per i partenopei. Spalletti può guardare l’amico dall’alto e, nella circostanza, dargli la spinta decisiva per farlo cadere dalla torre. Ma nella sfida tra gli attacchi più ispirati (117 gol: 60 gli azzurri, 57 i giallorossi) c’è altro. A cominciare dal momento di entrambe le squadre che, insieme con i bianconeri di Allegri, sono le uniche ancora in corsa su tre fronti. I giallorossi, dopo il successo convincente di Milano, stanno meglio (in classifica), ma come i rivali di questo pomeriggio sono inciampati nella prima semifinale di Coppa Italia. È dall’ultimo match giocato che bisogna insomma ripartire. E, se sarà possibile riabilitarsi.
FASE CRUCIALE Il Napoli è l’avversario più scomodo che ci possa essere di questi tempi. E’ vero che è caduto in 3 delle ultime 4 partite. Bisogna, però, vedere contro chi ha perso: in trasferta contro i campioni d’Europa del Real Madrid (andata degli ottavi di Champions) e contro i campioni d’Italia della Juventus (andata delle semifinali di Coppa Italia), in casa contro l’Atalanta (sorpresa stagionale in serie A). Guardando il comportamento, invece, continua a giocare come se niente fosse. E dimostra, in ogni gara, con chi stanno i giocatori: con Sarri che li guida e non con De Laurentiis che, appena può, critica pubblicamente il tecnico. Anche la Roma viene da 2 ko all’Olimpico di fila (0 gol segnati): quello ininfluente contro il Villarreal (ritorno dei sedicesimi di Europa League) e l’ultimo pesante contro la Lazio (andata delle semifinali di Coppa Italia). Ma nel suo stadio, in campionato, ha per ora fatto l’en plein: 13 vittorie su 13 match, compreso il derby in trasferta solo per il calendario (i successi consecutivi diventano 16 se si contano i 3 del finale dello scorso torneo).
TRACCIA RICONOSCIBILE Il copione di Sarri è il solito, con il 4-3-3 e senza centravanti di ruolo (Milik, comunque, può sfilare la maglia a Mertens), e nessuno meglio di Spalletti lo conosce a memoria. Basta rivedere il film dell’andata per rendersene conto. Il 15 ottobre al San Paolo virò sulla formula ibrida della difesa a 3 sempre pronta a riallinearsi a 4 che gli permise di passare dal 3-4-1-2 al 4-2-3-1. La Roma può ricominciare da quell’intuizione, usando a destra, al posto di Florenzi (titolare all’andata), Ruediger o Peres. Il ritorno di De Rossi dovrebbe assicurargli la migliore disposizione in campo, per non vedere l’assetto allungarsi come è successo mercoledì contro la Lazio e di conseguenza diventare vulnerabile. Ma, per ritrovare l’equilibrio, i giallorossi dovranno alzare il ritmo e il baricentro: il pressing migliora la fase difensiva.
CALENDARIO INGOMBRANTE Spalletti garantisce per i giallorossi: non li ritiene stanchi. Ma, anche se la rosa non gli permette di avere l’alternativa giusta per il titolare giù di tono (da Fazio in su, cioè fino a Dzeko, il capocannoniere), si prepara al turnover mirato per non perdere l’identità di squadra: Szczesny e soprattutto De Rossi si riprendono il posto così come Juan Jesus e Perotti hanno chance di partire dall’inizio. In bilico Peres, Emerson e Salah. La Roma ha avuto 1 giorno in meno dei partenopei per recuperare dopo la prima semifinale di Coppa. A Lione, però, giocherà giovedì. Il Napoli, invece, ospiterà martedì il Real per provare il ribaltone dopo il ko dell’andata. Pure Sarri, dunque, dovrà passare per la rotazione necessaria per l’intensità del suo 4-3-3: dentro Hysay, Ghoulam e Zielinski. In rampa di rilancio Jorginho e Milik.