Luciano Spalletti era partito da un “se non vinco me ne vado”, ed è arrivato al “se si arriva secondi è come vincere il campionato”. Nella conferenza stampa pre Milan il tecnico ha difeso il proprio lavoro: “Il terzo posto un fallimento? Chiedetelo a 7-8 squadre che avevano quell’obiettivo e sono dietro. La Juve ha detto: nessuno può mettere mano al primo posto, che è nostro. E se lo sono portati a casa. Se si arriva secondi è come vincere il campionato, terzi si è fatto un lavoro lungo e importante per la media dei punti fatti, gol fatti, gol subiti. Poi ci sono le partite contro il Porto, il Lione, il derby in campionato e coppa, ma anche tutte le altre che non cito, perché ci vorrebbe tanto tempo, che sono quelle che abbiamo vinto”.
Ogni volta che poi il discorso vira su Totti, il caso si riapre: “La maglia numero 10 non la ritirerei, perché deve restare viva. Deve rimanere un obiettivo per tutti i giovani: prima di Totti l’aveva Giannini. Se non la trovo più vado a cercarla al cimitero. Raccontando Totti si finisce sempre con l’osanna ai numeri, ma la formazione non si fa con il gol o la corsa che ha fatto due anni fa. Si vedono gli allenamenti di ora, confrontandoli con quelli di un altro giocatore che vuole giocare anche lui”.