È la seconda volta che come allenatore Claudio Ranieri varca il cancello di Trigoria. La seconda dopo dieci anni, da quando, nel settembre del 2009, raccolse l’eredità di Spalletti, arrivando a sfiorare un clamoroso scudetto in rimonta. Accettò la sfida da “Romano e romani sta”, come disse il giorno della presentazione, le stesse motivazioni che lo portano oggi a riaccettare la panchina giallorossa in un momento così difficile. In mezzo il clamoroso trionfo in Premier alla guida del Leicester, che lo ha fatto entrare nella storia del calcio.
D’altra parte il vizio dei ritorni è di casa a Trigoria, visto che Ranieri è il terzo ripescato dalla proprietà americana. Prima di lui, già Zeman e poi Spalletti, entrambi tornati nell’entusiasmo generale e poi andati via senza i risultati delle loro prime gestioni. Delle “minestre riscaldate” nelle quali la società decide di tuffarsi nei momenti complicati, in questo caso per traghettare la squadra nelle ultime 12 partite di campionato che dividono la Roma dalla possibilità di qualificarsi in Champions.
Nel 2009-10 Ranieri infilò ben 24 risultati utili consecutivi, regalando ai tifosi una squadra agguerrita e cattiva, che riuscì a segnare una storica rimonta sull’Inter. L’anno successivo si concluse prima per Claudio, che decise di andarsene in corsa dopo la sconfitta di Marassi col Genoa (4-3), annacquando un po’ quanto di buono fatto la stagione precedente. Al suo posto arrivò quel Montella. È come un continuo de javu, ma è troppo importante la qualificazione Champions – dopo l’eliminazione col Porto – e così Ranieri torna per raddrizzare la barca. Dei giocatori allenati sulla panchina giallorossa è rimasto solo De Rossi, costretto però allo stop per un probabile stiramento al polpaccio e nel pieno dei dubbi legati al suo futuro. In società trova Totti, che lo ha contattato e che lo supporterà con lo spogliatoio, accelerandone l’inserimento.
Un terzetto di romani per salvare la stagione romanista: Ranieri, De Rossi e Totti, baluardi ai quali la società si aggrappa, consapevole di aver ormai perso Monchi. Il ds, contestato da un gruppetto di tifosi in Portogallo all’aeroporto («Te ne devi andare, hai distrutto la squadra», gli hanno urlato), ha risposto stizzito: «Tra sei mesi vengo a prendervi uno a uno». Nervosismo evidente in queste ore di riflessione che potrebbero portare Monchi a lasciare prima della fine della stagione. Lo spagnolo si è scusato via social. «C’è stato un momento di nervosismo a causa della grande delusione che proviamo tutti, ma le mie parole sono state riportate in modo non corretto. Me ne scuso con tutti i tifosi, in particolare quelli presenti». Il canto del cigno, con le voci che girano legate a un possibile ritorno di Sabatini a giugno. Già, un ritorno, l’ennesimo nel caso, di una società che continua a girare su se stessa alla ricerca di soluzioni. Oggi Ranieri sbarcherà nella capitale e andrà a conoscere squadra e dirigenza. Si riprende da un romano, al quale un po’ tutti sconsigliavano di infilarsi in un’avventura dalla quale avrebbe tutto da perdere. Ma il richiamo della Roma è più forte di qualsiasi altra logica.