La scalata di Luca Lanzalone, l’avvocato ligure arrivato a Roma per affiancare la sindaca Virginia Raggi e poi arrestato per corruzione, è stata fulminea. Prima è stato presentato agli ingegneri di Eurnova e a mezza dirigenza del M5S, «Bergamo, Berdini, Frongia, Ferrara e De Vito», come il «referente del Comune» per il progetto del nuovo stadio della Roma. Poi è diventato «l’interlocutore di Parnasi e Baldissoni». Parola di Simone Contasta, collaboratore del costruttore finito a sua volta in manette per l’inchiesta su Tor di Valle. Infine, nominato presidente di Acea, Lanzalone ha fatto leva sulla sua posizione per ripagare i professionisti a lui vicini. È questa l’accusa della procura.
Ed è lo stesso Lanzalone a raccontarlo nell’interrogatorio dello scorso dicembre ai pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli: «Ho girato il curriculum di Fabio Serini al sindaco, in quanto mi aveva richiesto qualche nominativo» per l’Ipa, l’istituto di previdenza e assistenza dei dipendenti del Campidoglio. Se ora Lanzalone si difende dalle accuse, sostenendo di aver segnalato Serini per la sua esperienza, per gli inquirenti il lavoro di mediazione da parte di Lanzalone nei confronti della sindaca aveva ben altro fine: ha permesso al Mr. Wolf del Campidoglio di farsi assegnare due incarichi proprio da parte dell’Ipa, di cui Serini era diventato commissario e gestore. Ecco lo scambio.
Ma non è solo così che si sostanzia il mercato delle nomine svelato dalla procura. Stando a quanto raccontato dallo stesso Lanzalone nell’interrogatorio, le proposte a Serini, conosciuto a Livorno, non si sarebbero fermate qui. Una volta diventato presidente Acea, racconta il legale, «chiesi a Serini disponibilità per un’eventuale candidatura come revisore dei conti di Elettricità Futura (l’associazione di categoria delle società del mondo elettrico, dr), ma non so come sia andata a finire. Diede la disponibilità ma contattai anche altre persone, era un incarico gratuito». Una nomina non formalizzata, invece, è quella di cui Lanzalone paria il 16 maggio 2017 con il suo collega di studio, Luciano Costantini. Il dubbio è se garantire a Serini il ruolo di sindaco di una controllata Acea. «Le cariche di Serini, amministratore dell’Ipa e componente del collegio sindacale non avrebbero potuto cumularsi. Era inopportuno», chiosa il legale. Un’apologia, quella di Lanzalone, che porta comunque alla luce il potere che era riuscito a ritagliarsi in seno all’amministrazione.
D’altra parte anche Simone Contasta, ingegnere di Eurnova, sentito dai pm a novembre, non ne fa mistero: «Parnasi mi aveva parlato della sua intenzione di coinvolgere Lanzalone sul progetto di Marino, Ecovillage, con un incarico professionale (per la procura sarebbe una mazzetta mascherata da consulenza, dr)». E poi: «Il valore aggiunto della sua nomina derivava dalle sue capacità e dalla sua vicinanza al M5S». Messaggi del genere, prima del racconto ai pm, venivano scambiati da Parnasi e dai suoi collaboratori nella chat WhatsApp “FamoStoStadio”.
Non solo i verbali degli interrogatori. Dal tribunale arrivano anche altre notizie: il rinvio a giudizio di Parnasi e altri 14 tra tecnici e politici sarà deciso in aula il 4 aprile. Intanto, mentre a Boston la Roma e Eurnova hanno stilato il contratto per la vendita ai giallorossi dei terreni di Tor di Valle, in Campidoglio le opposizioni affilano le armi. Il parere del Politecnico di Torino verrà inviato da Marco Palumbo, presidente PD della commissione Trasparenza, al Consiglio superiore dei lavori pubblici.