Che sia un giocatore “diverso” lo si evince anche dalle parole ieri di Di Francesco: «Leggo che entrambi potrebbero fare il trequartista, secondo me quello è un ruolo che può fare Pastore, mentre Cristante è più centrocampista». A 29 anni, Javier è pronto ad un nuovo debutto in serie A. Il primo, ebbe luogo il 23 agosto del 2009: Palermo-Napoli 2-1. Pronti, via e dopo 44 minuti l’argentino regala l’assist del vantaggio rosanero a Cavani. Un altro Palermo, un altro Pastore. All’epoca, con Zenga in panchina, l’argentino giocava addirittura esterno a sinistra in un centrocampo a cinque. Poi, con Delio Rossi, ritrova a lui il ruolo più congeniale, quello nel quale era esploso all’Huracan: il trequartista. Ne è passato di tempo ed è singolare che, con il trasferimento alla Roma, in qualche modo si sia tornati al punto di partenza: la sua collocazione in campo. Perché il tema più dibattuto dell’estate a tinte giallorosse è stato soltanto uno: può Pastore fare la mezzala nel 4-3-3? Ad alimentarlo ci ha pensato, suo malgrado, anche il ragazzo che alla sua prima intervista in giallorosso ha ammesso candidamente come «mi sto allenando per fare la mezzala come vuole Di Francesco. Anche a Parigi l’ho fatta ma in modo diverso. Qui tatticamente devo essere bravo ad aiutare la squadra a difendere e devo capire alcuni movimenti che vuole il tecnico. Sono cose nuove».
EQUILIBRIO CERCASI – Nelle prime uscite stagionali – per quanto possano contare le amichevoli estive – s’è impegnato molto, palesando però inevitabili difficoltà. Della serie: quando ha pensato (quasi) esclusivamente alla fase difensiva, s’è dimenticato la sua dote migliore: l’ultimo passaggio. Quando ha invece privilegiato quella offensiva, la Roma ha sofferto molto, come nel ko 4-1 contro il Tottenham. Dall’equilibrio nelle due fasi, passa molto della stagione di Pastore. E inevitabilmente della Roma. Perché è inutile girarci intorno: Monchi ha puntato forte sull’argentino, preferendolo a Ziyech, sedotto e abbandonato sull’altare del Flaco. A lui, spetta regalare quel pizzico d’imprevedibilità che lo scorso anno, soprattutto in alcune gare casalinghe, è mancato. Pastore sa come si fa: 69 gol e 84 assist in 329 gare disputate in carriera non sono numeri qualsiasi. Ora però deve riuscirci nella Roma. Mezzala o non mezzala.