Archiviate con successo le prime due giornate di campionato, Marco Giampaolo è pronto a fare rotta verso Roma, partita definita dalla stampa come stress-test di inizio torneo.
“Penso che in realtà tutti siano stress-test, dalla prossima fino alla fine – dice il mister in conferenza -. Tutti gli avversari ti danno problemi da risolvere. Sappiamo che questa è una gara difficile per il valore dell’avversario. Dobbiamo rispettare noi stessi e le nostre caratteristiche, cercando di uscire dalla partita senza subire la forza della Roma ma avendo giocato secondo il nostro modo. Hanno qualità, soluzioni offensive importanti, grandi capacità di palleggio. Detto questo, andiamo a giocarcela a testa alta. Sarà un match difficile, ma come lo è sempre”.
Quale è il segreto per affrontare una sfida così ?”«Servirà una prova di grande personalità – non fa giri di parole il tecnico doriano -. Qualcuno dei miei all’Olimpico non ci ha mai giocato e neanche sa dove si trovi, altri invece sì. Dovremo essere responsabili, ma sfrontati. Turnover? I problemi secondo me vengono sulla terza partita in pochi giorni, quindi affronteremo questa cosa più in là”.
L’ultima è stata una settimana atipica, con tanti nazionali sparsi per il mondo. “Quello dei convocati in nazionale è un problema per tutte le squadre – generalizza Giampaolo – , penalizza un po’ tutti. Bisogna solo abituarsi. Con chi è rimasto ci siamo allenati, poi sono rientrati gli altri in settimana. Se sta bene chi è tornato? Sì, li ho ritrovati contenti e in condizione come quando sono partiti. Hanno giocato tutti e credo che rispondere alla convocazione sia un motivo di orgoglio. Anche se ovviamente si sono persi delle cose che abbiamo fatto in questi giorni”-
Volo intercontinentale e doppia fatica con la Colombia, Muriel sarà in formazione? “Stamattina si è allenato – ricorda a tutti, prima di anticipare il suo impiego dall’inizio – , si fa fatica a rinunciare a uno come lui, che peraltro è in stato di grazia. Domani gioca finché riesce». Questa è una valutazione sul singolo, ma poi c’è il collettivo. «Essere gruppo è determinante – afferma in chiusura – . Se i ragazzi escono a cena insieme vuole dire che stanno bene gli uni con gli altri e questo ti dà qualcosa in più. Noi dobbiamo essere uniti anche quando le cose non vanno bene: è lì che dovremo fare bene”.