Le luci dell’Olimpico si riaccendono finalmente anche per il derby e illuminano, prima del fischio di inizio, l’unico risultato che stasera fa felice sia la Lazio che la Roma. E, vale la pena ricordarlo, con loro le rispettive tifoserie, spesso penalizzate nelle ultime tre stagioni. Nella notte del ritorno alla normalità, pure le barriere saranno meno evidenti nelle due curve: nei giorni scorsi sono state abbassate, per iniziare il nuovo percorso e voltare pagina (più di mille, comunque, gli agenti coinvolti nel piano sicurezza: bonificata l’intera area e disposte misure antiterrorismo). Quest’ultima mossa non è però bastata per riempire lo stadio. Che, come succede in quasi tutte le partite di campionato, vedrà il pubblico quasi dimezzato (previsti 28.000 spettatori). I prezzi alti e gli ostacoli sparsi sulla strada che porta al Foro Italico allontanano la gente dall’Evento. La passione, comunque, resta e, alle 20,45, va in scena il 19° duello in Coppa Italia. Ecco la semifinale d’andata (ritorno il 4 aprile), penultimo step per essere di nuovo sotto la Collina di Monte Mario, il 2 giugno, a giocarsi il trofeo. I biancocelesti lo hanno già alzato 6 volte, i giallorossi 9.
OLTRE LA CLASSIFICA – In campionato la differenza c’è e si vede: la Roma è al 2° posto e la Lazio al 5°. Ma soprattutto sono i 9 punti di distacco a dare l’idea di quanto la vita non sia più parallela dopo il 4 dicembre: quel giorno la vittoria dei giallorossi (2-0) determinò il break. Sfumò il sorpasso dei biancocelesti, prima della gara d’andata sotto di 1 punto, e al tempo stesso cambiò l’obiettivo delle squadre nel torneo: corsa scudetto per i primi, caccia al podio Champions per i secondi. Questo doppio derby, però, le riporta una accanto all’altra. Perché Inzaghi, costretto a un percorso più complicato in coppa, si è guadagnato, con l’impresa di Milano nel quarto contro l’Inter, la possibilità di misurarsi con Spalletti in Coppa Italia. Doppia sfida da dentro o fuori che può dare un senso alla stagione di entrambi .
MAGGIORE EQUILIBRIO – La Roma, proprio nel derby di dicembre, ha trovato la sua nuova fisionomia, virando tatticamente: dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1. Oggi è più solida e ordinata. Sarebbe sbagliato definirla prudente: in 38 gare stagionali, ha già realizzato 84 reti. L’efficacia, a prescindere dagli interpreti, è garantita. La Lazio, dopo i corretti esperimenti fatti nell’ultimo periodo, non è sicuramente più quella del 4 dicembre, Soprattutto se, dal 4-3-3, si presenterà con il 3-5-1-1. Inzaghi, anche con l’intenzione di specchiarsi nel collega, vuole evitare di sbilanciarsi e quindi di permettere a Spallettti di puntare sul contropiede, corto o lungo che sia. I giallorossi sanno aggredire alzando il baricentro e colpire in velocità con chi si butta alle spalle di Dzeko. Nainggolan è sempre in agguato. I biancocelesti, almeno dagli addestramenti della vigilia, potrebbero fare lo stesso dietro a Immobile. Felipe Anderson è già allertato. E, con la superiorità numerica a centrocampo, dovrebbero presidiare le fasce. L’atteggiamento tattico sarà, dunque, fondamentale per il primo verdetto. Inzaghi cambierà più del collega e non solo il sistema di gioco: squalificati Patric e Lulic, può iniziare la gara con 6 interpreti diversi da quelli usati domenica contro l’Udinese: Basta, Wallace, Bastos, Lukaku, Biglia e Milinkovic le possibili novità. Spalletti, invece, calibra il turnover. Con minimo 2 ingressi che, però, non ha annunciato: Alisson, portiere di coppa, ed Emerson. Anche Paredes è in corsa, se De Rossi non recupera (nessun romano, in questo caso, dall’inizio nelle due squadre). Perotti spera di essere preferito a Salah. Di spazio, comunque, ce ne sarà per tutti. Tanto il derby non finisce stasera. Ne arriveranno presto altri due, con in palio la finale e la stagione. L’ultimo, in campionato, il 30 aprile.