(PREMIUM) Un derby non fantastico… “Vuoi o non vuoi, questi derby spesso sono brutti alla fine. Quasi sempre ad indirizzarli sono proprio episodi del genere”.
Cosa è successo nella maxi rissa? “Sono arrivato che si stavano strattonando, ho visto i nostri attaccati a Cataldi che è un bravo ragazzo. Non so cosa sia successo né prima né dopo. Quando c’è confusione si ammoniscono i due capitani, invece lui ha visto bene cosa fosse successo. Nel primo tempo era stata tranquilla, ma il gol che sblocca tutto cambia gli umori per noi e per loro”.
Adesso inizia un ciclo complicato… “Abbiamo battuto la terza, ora la seconda e poi la prima. Sembra un torneo, come si dice sempre bisogna ragionare una gara per volta. Sono convinto che questa fosse una partita fondamentale da vincere per 1000 motivi. Qua si passa dall’esaltazione alla depressione”.
Serve un sostituto di Salah? “Assolutamente, oggi c’è stata la dimostrazione che in rosa abbiamo giocatori forti. Totti è stato male, così come El Sharaawy. Paredes e Salah si sono fatti male, il mister troverà soluzioni perchè il buono c’è. Se poi la società mette mano alla casse e se prendono giocatori forti per alzare il tasso tecnico della squadra noi dobbiamo essere contenti”.
Come vivi adesso il derby? “Se a 33 anni affrontassi i derby come li vivevo a 20 sarei morto qualche anno fa. Quando arrivi in zona c’è sempre il brivido. Per me aveva un valore incredibile oggi, eravamo da soli. C’era qualche tifoso e li ringraziamo. Ma le curve fanno le differenza, sembrava una trasferta. Sembrava Napoli oggi l’Olimpico. Era un derby anomalo, più del passato. Adesso le emozioni le stempero abbastanza bene”.
Questione rinnovo? “Non ci sono novità, c’era il derby. Poi il Milan, poi la Juve. Non abbiamo tempo di parlare di una cosa che non dico non sia importante, ma meno importante sicuramente di quello che deve fare adesso la Roma”.
(SKY) Spalletti? “Ha ragione, nel primo tempo ho sbagliato qualche palla, ero sempre marcato a uomo e capita spesso un po’ a tutti i mediani. Penso che nel secondo tempo abbiamo gestito meglio le palle sporche, abbiamo messo la giusta dose di personalità quando la palla scottava. In un derby così delicato e così equilibrato sono importanti tutti i palloni. Abbiamo fatto partite migliori”.
Inizio del salto di qualità? “Ne abbiamo parlato mille volte, quando non vincevamo partite come queste, arenandoci sui pareggi fuori casa in modo stupido. Come metro di paragone prendevamo la Juventus, che vinceva anche partite sporche. Ora dobbiamo raccogliere i complimenti, è da grande squadra vincere le partite incerte. Contro la Lazio terza in classifica è difficile dominare, con la Lazio dell’anno scorso c’era differenza, era normale che oggi invece fosse equilibrata”.
Festeggiamenti? “Non è che c’è il pullman scoperto, c’è gioia nel vivere lo spogliatoio. C’è un’atmosfera diversa del postgara, quella delle grandi vittorie. A volte si lavora anche meglio, si può lavorare forte e bene anche con un buon umore. Il mister ha detto una mezza cosa nello spogliatoio di poterci allenare con i festeggiamenti dei tifosi, forse martedì è libero. Quando arrivi a 33 anni dopo una stagione difficile mi sono fatto qualche domanda, se posso tenere alti livelli, l’Europeo mi ha dato risposte. Spalletti è una garanzia, spesso le sue squadre giocano bene. C’è una sorta di gestione mia che ho completamente rivoluzionato, tutti gli infortuni dell’anno scorso mi dovevano far stare attento per non ricadere, ora mi trovo abbastanza bene. Il merito è della squadra, se va forte e vince i primi tempi come quello di oggi passano sottobraccio”.
Valore morale? “Il gruppo non è cambiato clamorosamente come interpreti, quando le cose vanno male però ci siamo screpolati, quest’anno no, c’è gente più motivata, lo staff ti tiene sempre sul pezzo. È il punto di partenza, i ragazzi sono immersi in questa realtà che non è molto semplice da vivere. sia per i post Cagliari e Bergamo che per momenti come quelli di domani, quando rischi di perdere la trebisonda”.
Lulić? “Banti si è un attimo innervosito, ci ha detto di prenderci le responsabilità di quello che poteva succedere. La partita era abbastanza tranquilla, il gol cambia l’umore, la sconfitta ti porta a dire qualcosa sopra le righe o a fare qualche parapiglia. Abbiamo sentito parlare di guerre, il tifo divide le famiglie, le classi a scuola, i bar. Non può essere guerra. Ha un sapore particolare e solo chi lo vive può capire, ma le guerre lasciamole da un’altra parte, già ce ne sono tante. Spero che anche quello che viene detto dopo sia valutato per quello che è, magari parte il colpo e poi ci si pente all’uscita”.
(ROMA TV) “Siamo stati intelligenti, ma ci vuole anche qualità. In fase difensiva non abbiamo concesso niente. Quando sentivo parlare della Lazio favorita e li vedevo convinti non ero dispiaciuto, spesso succede che si parte convinti e si prendono bastonate. Sapevamo che incontravamo una squadra forte, in forma. Alla lunga con la nostra qualità sapevamo di poterli battere. Abbiamo detto in precedenza che sono partite importantissime, scherzando parlavamo di quarti, semifinale e finale. Bisogna giocarne una per volta e possibilmente vincerle, ci darebbero grande slancio per il post vacanze di Natale. Secondo me nel secondo tempo abbiamo fatto bene, non era facile, abbiamo reinnescato il contropiede, non abbiamo rischiato niente. Non abbiamo fatto la nostra miglior partita, sapevamo che le squadre organizzate non le domini, abbiamo detto per una vita che mancava cinismo, che non vincevamo le partite in bilico. Oggi è successo ed è successo col Pescara. I derby si vincono così ma anche i campionati, non si può sempre dominare”.
Foto-dedica alla Curva Sud? “Sì, abiamo parlato tante volte di questa battaglia. Oltre al fatto di trovarci d’accordo con loro, e non è un discorso di ruffianeria ma era dovuto, era anche una piccola dedica. Sappiamo cosa significhi per un tifoso essere privati di un derby, deve essere la morte interiore. Gli dovevamo questa dedica, avevano anche un po’ i sensi di colpa a lasciarci soli. Ma abbiamo ringraziato anche chi era presente, alla fine di questa intervista la vittoria sarà di tutti i romanisti. È la partita di tutti”.