Allenatore, psicologo, motivatore. Gian Piero Ventura si fa in tre per realizzare il sogno Mondiale. Svezia-Italia, crocevia maledetto sulla strada verso Mosca, è una questione di dettagli. Il c.t. da un mese a questa parte non sta pensando ad altro. Una specie di ossessione. Nella sua testa la doppia sfida con i fratellini di Ibrahimovic l’ha giocata cento volte. E alla fine ha preparato due Italie: una più esperta, compatta, equilibrata da presentare venerdì sera nel gelo della Friends Arena. Un’altra più spregiudicata, tecnica, sbarazzina per il ritorno a Milano. Due Italie diverse nel modulo, ma con la stessa anima, sintetizzata alla perfezione da una frase di Florenzi, di nuovo azzurro dopo due infortuni al crociato e 13 mesi di attesa: «Siamo pronti a morire sul campo per andare al Mondiale». Il progetto è chiaro: 3-5-2 a Solna e 4-2-4 a San Siro, anche se poi un conto è la teoria e un altro la pratica. Difficile che l’allenatore possa cambiare idea per la partita di andata, in programma tra due giorni. Ma è chiaro che il risultato del primo faccia a faccia può condizionare la tattica del secondo. Ora però è così. Ventura già da un paio di settimane aveva individuato il gruppo su cui puntare e insieme al team manager Gabriele Oriali ha parlato con i soldati azzurri. Telefonate, incontri, colloqui individuali, tanto per entrare nel clima. Consigli psicologici e indicazioni tattiche per tutti, probabili titolari e ipotetici panchinari.
In Svezia ci andremo con la difesa a tre, ricalcando quanto fatto da Conte in Francia. Stesso sistema e formazione molto simile, considerando che sette undicesimi della squadra saranno confermati a distanza di quasi un anno e mezzo: i tre della BBC, Candreva sulla corsia di destra, De Rossi e Parolo in mezzo al campo, naturalmente Buffon, che vent’anni fa esordì in azzurro proprio a Mosca nello spareggio per i Mondiali del ’98: «Il ricorso è simpatico, mi auguro che la sfida finisca oggi come allora. So che se vogliamo battere la Svezia dobbiamo giocare da 7», dice in esclusiva a RaiSport. Rispetto alla squadra che aveva battuto i gialli all’Europeo le novità dovrebbero essere quattro: Verratti, Immobile, Zaza (peraltro entrato in quella circostanza e protagonista dell’assist per Eder) e uno tra Spinazzola (favorito) e Darmian. Quello dell’esterno sinistro sembra al momento l’unico ballottaggio ma anche sulla posizione di Verratti l’allenatore sta riflettendo. L’italien, stando alle prime verifiche, dovrebbe muoversi sulla stessa linea di Parolo e De Rossi, con licenza di avanzare il raggio d’azione di una ventina di metri, sino quasi a diventare trequartista. Davanti è favorita la cosiddetta «coppia ignorante», così definita dagli stessi protagonisti. Conte l’aveva sperimentata nelle prime due partite della sua avventura con risultati eccellenti (un gol a testa), ora potrebbe beneficiarne Ventura. Ciro, che ha superato l’affaticamento al flessore, è il più presente nel nuovo corso (13 presenze con 6 gol). Zaza, che ha un conto aperto con l’azzurro dopo l’assurdo rigore sbagliato contro la Germania all’Europeo, è in vantaggio su Eder. Belotti, non ancora al cento per cento dopo l’infortunio al ginocchio destro, potrebbe giocare a Milano quando si riaffaccerà anche Insigne.