C’è un ostacolo sulla strada che porta alla Champions: la questione cinese. Mentre il campionato si appresta a ripartire con un importantissimo Inter-Roma, il mercato riempie i pensieri delle società in lotta per un posto nella prossima massima competizione europea. Le ridottissime distanze in classifica (senza contare i recuperi delle romane) tra i nerazzurri (42), la Lazio (40) e i giallorossi (39) alimentano una concorrenza a 360 gradi. Inevitabilmente le rivali contano di rafforzarsi nelle prossime due settimane per giocarsi al meglio le proprie chance tecniche. Ed è singolare che in questa sfida il mercato cinese stia condizionando non poco le strategie dei club protagonisti di questo duello sull’asse Milano-Roma.
LITE AUBEMEYANG – Ieri due docce fredde hanno movimentato il pomeriggio. Se nella Capitale tutte le attenzioni erano per l’assalto a Radja Nainggolan del Guangzhou Evergrande, sulla sponda interista lo stop dello Jiangsu per Ramires ha avuto un impatto altrettanto significativo. Cosa è successo? Dalla Cina è arrivata la notizia che i vertici del Partito Comunista hanno imposto una brusca frenata agli affari da capogiro anche sul mercato interno. Tutta colpa della querelle nata attorno a Aubameyang. Anche in questo caso il club di Fabio Cannavaro aveva messo le mani sull’attaccante franco-gabonese per una cifra di 72 milioni di euro, più un ingaggio da 18 milioni di euro netti all’anno per il giocatore. Cifre ovviamente da raddoppiare per la luxury tax. Poi l’agente dell’ex milanista ha intavolato una trattativa con lo Shanghai Sipg, disposto a concedere un surplus di 12 milioni agli intermediari. Un’asta selvaggia che in Estremo Oriente ha fatto scalpore. Tant’è vero che nelle ultime ore il Partito ha deciso di bloccare tutto, compresa l’operazione-Nainggolan.
EFFETTO DOMINO – Ciò spiega come mai a Nanchino si siano improvvisamente irrigiditi su Ramires dopo le aperture dei giorni scorsi. In questa fase calda evidentemente la famiglia Zhang non può rischiare di subire uno stop dall’alto per la sostituzione del brasiliano tanto caro a Spalletti. Così lo Jiangsu prende tempo. Certo, in Cina il mercato chiude il 28 febbraio: da quelle parti sperano che la tempesta passi prima, ma in Italia i tempi sono molto più ristretti…
ALTALENA – A complicare tutto ci sono anche le evidenti differenze tra il calcio di casa nostra e l’emergente realtà asiatica. Da quelle parti la Federcalcio (con alle spalle il solito Partito) fa e disfa le norme con una disinvoltura per noi incomprensibile. Anche perché lì l’opinione pubblica fatica a comprendere le nostre logiche (come noi le loro). In tal modo certi cambi di rotta avvengono ciclicamente a mercato aperto. Ad esempio l’anno scorso si decise di ridurre il numero di stranieri da 5 (più un asiatico) a soli 3 sul finire delle contrattazioni, prendendo molti in contropiede.
ORIZZONTI – Ora si vive quasi alla giornata. Dalla lontana Pechino arrivano notizie confuse. I più ottimisti a quelle latitudini assicurano che in poco tempo il caso rientrerà. Ma da noi non c’è la stessa serenità. In casa Roma si tengono volentieri Nainggolan, ben sapendo quanto può incidere il suo apporto nella fase discendente della stagione. Viceversa all’Inter temono che il tira e molla su Ramires alla lunga determini una beffa. In questa sfida a distanza sorride la Lazio che ha già tesserato Caceres e conta di ottenere a breve anche il rinnovo di De Vrij. Ma Inter e Roma non si rassegnano. Nonostante gli scherzi cinesi.