Ha esultato dopo il gol. Da terra, ha stretto i pugni mentre già iniziava ad affrontare l’ennesimo infortunio della sua travagliata stagione. Non ha potuto fare a meno di pensare alla squadra, da tifoso, da condottiero. Ma se ne sono accorti in pochissimi, nel grande caos scatenato dall’esplosione dell’Olimpico, e dopo. Daniele De Rossi che si accascia prima che la palla arrivi a El Shaarawy che per un attimo si trasforma in Totti e serve Dzeko per un gol pesantissimo, è l’unica nota davvero stonata di una serata, quella di sabato, che ha restituito alla gente romanista un altro po’ di speranza. Dopo Genova, un altro 1-0. Un altro clean sheet, un’altra prestazione gagliarda, contro l’Udinese. Che ha mostrato una Roma in crescita e determinata ad arrivare alla vittoria. Un’altra prestazione in cui il Capitano ha messo tutta la sua generosità, la sua esperienza e il suo romanismo.
«Si è strappato», dicono in tv dopo aver carpito qualcosa, pare, dalla panchina. Forse stirato, trapela poco dopo in sala stampa. Ma è davvero bene avere cautela, quando si tratta di infortuni muscolari. L’unica cosa certa è che adesso è il flessore la spina di Daniele. È successo tutto in quell’azione bellissima e corale, tanti tocchi veloci per arrivare in porta e fulminare Musso con vista Champions, o quasi. Dopo aver accusato il dolore alla coscia destra, il centrocampista di Ostia è stato sostituito da Ünder a 20′ dalla fine. «Come facciamo?», ha pensato il romanista medio. Perché De Rossi quando è in campo, anche con una gamba sola, è l’anima. Ma la squadra ha tenuto, 23′ minuti compreso il recupero. «Come faremo?», penserà oggi sempre lo stesso romanista medio. (…)
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FONTE: Il Romanista – G. Fasan