Per l’allenatore del prossimo anno ci sono al momento un paio di piani A e diversi piani B, Zaniolo è il giocatore su cui ricostruire una squadra che verrà rifondata, la società è comunque in via di riprogrammazione e, dopo gli assestamenti al vertice con Fienga promosso a Ceo (con Baldissoni vicepresidente) e l’allontanamento di Monchi, si sta dando modo a Ricky Massara di guidare la direzione sportiva del club, valutando semmai più avanti se sarà il caso di affidarsi anche ad un nome diverso di cui al momento nessuno sembra sentire l’esigenza. E Totti? Continuerà a fare Totti, con i suoi rapporti, la sua autorevolezza, la sua disponibilità ad aiutare l’allenatore. Eccola servita la rivoluzione giallorossa che prende forma giorno dopo giorno nell’esigenza primaria di ottenere quel quarto posto che sarebbe fondamentale per continuare a lavorare nei parametri di bilancio raggiunti nelle ultime stagioni. Se invece la squadra non migliorerà il trend dei risultati e la Champions resterà una chimera, allora inevitabilmente si dovranno ridurre i costi aziendali e si procederà secondo più asciutti sistemi, che a Trigoria stanno ovviamente considerando ma che al momento nessuno è in grado di calcolare con esattezza.
In un caso o nell’altro, abbiamo motivo di ritenere che su Zaniolo la società mantenga grandi progetti e anche di fronte ad irragionevoli proposte avrà la forza di negarsi. Ma per il resto, come Il Romanista ha scritto anche ieri, non ci saranno incedibili. Ciò che è successo quest’anno, con la valanga che è venuta giù trascinandosi dietro direttore sportivo, allenatore (da pagare ancora per otto milioni di euro, al lordo), medico e capo dei fisioterapisti, ha di fatto anticipato un progetto di rifondazione che per l’emergenza di altri fattori coincidenti (età di qualche calciatore, scadenze di contratto, alterni rendimenti) era già stato considerato. Ecco perché le urla di Ranieri nello spogliatoio mettono i giocatori con le spalle al muro, com’era inevitabile che accadesse dopo l’esonero di Di Francesco: ci sono ancora dieci partite per fare qualche valutazione e si può ancora salvare la stagione superando almeno una delle squadre che sono davanti e resistendo all’assalto delle altre. E se qualche destino è ormai segnato, forse qualcun altro può ancora salvare il suo ricco contratto o attirarne altri. Chi invece non vede l’ora di andar via sarà accompagnato alla porta, a patto che vengano ovviamente rispettati gli oneri contrattuali o le valutazioni che evidentemente saranno condivise. (…)
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