Dopo poco più di un anno, oggi dovrebbe volgere al termine l’estenuante telenovela sui diritti televisivi del campionato di serie A del triennio 2018-2021. I broadcaster possono fare offerte entro le 11. A mezzogiorno inizierà l’assemblea ed entro le 13 ci sarà l’apertura delle buste. Se sarà raggiunto il minimo totale (1.100 milioni di euro), allora si procederà all’assegnazione automatica. Al contrario, ci sarà un’eventuale fase di rilancio che terminerà alle 20. Chiudendo, di fatto, una vicenda iniziata il 10 giugno 2017 (Mediaset aveva disertato il primo bando) e proseguita con un secondo bando (minimo mai raggiunto: offerta di 830 milioni il 26 gennaio) e un intermediario indipendente – Mediapro – che si era aggiudicata i diritti il 5 febbraio con un’offerta da 1.050 milioni senza mai presentare la fideiussione da 1,2 miliardi di euro (la caparra da 64 milioni era stata versata il 26 marzo). Oggi l’ultimo capitolo. Ieri sono stati giorni di incontri: al bar Sant Ambroeus in corso Matteotti, in due tavoli distinti e separati, c’erano Gaetano Miccichè con Urbano Cairo e Luigi De Siervo (ad di Infront) con Amos Genish (ad di Tim). Questi i possibili scenari: Sky e Perform sono i favoriti; Mediapro è l’incognita (dovrebbe rivendere i pacchetti, a BeIn Sport?); Mediaset è l’unica con le frequenze libere; Tim sarebbe interessata ai diritti per gol sul web tre ore dopo le gare, in vendita a fine giugno con quelli in chiaro.
LE NOVITÀ I pacchetti sono per prodotto e non per piattaforma. Le ragioni sono diverse. In primis, permettere all’utente di poter assistere a più partite, non essendoci una sovrapposizione con altri incontri. Se prima si giocavano in contemporanea 6 gare su 10 (60%), ora sono 3 su 10 (30%). Un trend comune in tutta Europa: in Spagna le gare di campionato si giocano ormai in 9 orari diversi e in Premier dalla stagione 2019-2020 si arriverà a giocare in un massimo di 4 giorni e 8 orari diversi. In secondo luogo, ogni abbonato potrà vedere le partite acquistate non su un solo apparato (la tv collegata a un decoder), ma anche da altri apparati, anche in mobilità. Quindi non si sarà più vincolati esclusivamente al decoder di casa.
L’ABBONAMENTO Come anticipato ieri dal Messaggero parlando dell’applicazione digitale di Perform – che permetterebbe agli abbonati Sky di avere accesso a tutte le partite e viceversa -, non esiste il problema del doppio abbonamento. La regola del “no single buyer” impone che non si possano cedere tutti i diritti a un singolo compratore. Se questa legge espone al potenziale rischio che nessun broadcaster trasmetta tutte le partite, la Lega serie A per la prima volta ha inserito nel bando il diritto di ritrasmissione, il quale consentirà accordi commerciali tra i broadcaster. Tutto il mondo televisivo si è spostato sulla modalità pay: la Premier è proposta in chiaro solo alle 22.30; la Liga spagnola dopo la conclusione dell’ultima partita della sera; in Francia addirittura non esistono gli highlights in chiaro. In Italia il calcio, per l’importanza sociale ed economica che riveste, ha bisogno di sostenersi ed è inevitabilmente un prodotto a pagamento, come in tutti i mercati. Il fatturato è indispensabile per sostenere la competitività del sistema, investire in risorse e dipendenti. In Italia il pallone ha un giro d’affari di 13,7 miliardi all’anno: cifra che posiziona il calcio tra le prime 10 industrie del paese.