In questa Champions il Barcellona sinora ha fatto 17 gol. Il capocannoniere è ovviamente Leo Messi, fermo però a 6 reti. Sei dei suoi compagni, Piqué, Suarez, Rakitic, Dembélé, Alcacer e Digne, hanno fatto un gol a testa. Poi ci sono 5 autogol, ai quali per completare il quadro stagionale possiamo aggiungerne altri 3 rimediati dai catalani in Liga. I nomi di De Rossi e Manolas si sono aggiunti a quelli dell’ex blaugrana Mathieu e di Coates dello Sporting e di Nikolau dell’Olympiacos. E mai come ieri sera gli autogol hanno dimostrato il loro valore aggiunto per il Barça quando la squadra sonnecchia sul cuscino traditore del tiqui-taka e Messi non riesce a svegliarla dal torpore del possesso palla. Già, Leo.
DANNI COLLATERALI – Tra i tifosi romanisti assiepati al sole dei ristoranti della Barceloneta ieri c’era il concreto timore che il gol mondiale segnato da Ronaldo alla Juve la sera prima potesse causare danni collaterali: far indispettire il piccolo argentino spingendolo a cercare la super prestazione, la rete spettacolare, qualcosa di galattico da opporre al grande rivale. E poi Leo veniva da una serie di 7 gare consecutive a segno, aveva affondato praticamente da solo il Chelsea tra Stamford Bridge e Camp Nou, si era riposato nella pausa internazionale ed era apparso letale a Siviglia. Insomma, faceva una paura matta.
VICOLO ROMANISTA – No, Messi non è riuscito a rispondere a Ronaldo: i due restano 100 a 120 nelle reti in Champions (con la tripla cifra dell’argentino festeggiata ieri prima della gara con la consegna a Leo di un quadro da parte di Carles Puyol) e in ambito di spettacolarità per il momento si continuerà a parlare solo della rovesciata del portoghese. E sì, ieri spesso abbiamo avuto l’impressione che Leo cercasse il gol maradoniano, per quella testarda, prolungata e inusuale ricerca della serpentina dove i pali erano più stretti e numerosi. Tendenza evidenziata subito quando Leo invece di scaricare sull’accorrente Jordi Alba, suo partner abituale e favorito per lo scambio stretto e decisivo, si è infilato in un vicolo cieco del centro romanista. Ne è uscito vivo ma senza palla e paradossalmente la cosa ha depresso pure il partner Alba, che dalle parti offensive del Barça si è visto molto meno del solito.
LA SIMBIOSI – Ormai è evidente che Messi e Ronaldo si alimentano a vicenda, hanno bisogno uno dell’altro come il Madrid e il Barça, e ieri abbiamo avuto l’impressione che la meraviglia acrobatica del rivale abbia condizionato la gara di Messi. Che è abituato a risolvere le partite ma lo fa quasi sempre con l’aiuto di qualcuno, cosa che ieri ha cercato meno. Però questo Barça ha trovato un alleato inatteso negli autogol. Che magari arrivano per il panico che creano gli attaccanti di Valverde nell’area avversaria, per quell’insicurezza che generano e che si trasforma in tocchi svirgolati, imprecisi. E letali per il proprio portiere. E allora se non lo fa Messi, ci pensa Autogol.