«Nicolò non fa le vacanze». La diagnosi è del papà Igor, intervistato da 1927 La Storia Continua: Zaniolo è solo stanco. «Il calo di rendimento ci può stare, l’anno scorso giocava in Primavera». La giustificazione è credibile se bisogna spiegare l’involuzione che il figlio ha vissuto negli ultimi mesi. Dal 12 febbraio, doppietta al Porto in Champions nell’andata dei quarti all’Olimpico, è come se fosse evaporato. Il suo impatto nel calcio professionistico è stato prepotente. Ha avuto spazio con ogni allenatore in questa stagione: Di Francesco, Ranieri, Mancini e Di Biagio che lo hanno messo in campo in 44 partite e per 2556 minuti.
CADUTO IN TENTAZIONE – L’esame di maturità, però, è da completare. Esempio: l’inquadratura di mercoledì sera, nella ripresa della gara dell’Under 21 contro la Polonia, lo ha spinto dietro la lavagna della Nazionale. Nicolò che ride con Locatelli nel riscaldamento: l’atteggiamento, con gli azzurri sotto di un gol, non è piaciuto, anche perché sommato al flop nei 9 minuti giocati. Zaniolo è entrato male e ha finito peggio. Distratto e falloso, come spesso gli è capitato con la Roma nel finale dell’annata della consacrazione (6 gol e 2 assist in 39 match).
Addirittura sgraziato ed eccessivo con l’entrata che avrebbe meritato il rosso e che comunque, con il secondo giallo in 2 partite, gli è costata la squalifica per la partita decisiva di domani sera contro il Belgio. Con la maglia giallorossa di ammonizioni ne ha prese 8 nelle sue 27 presenze in A. È normale chiedersi che cosa stia accadendo al centrocampista che il prossimo 2 luglio festeggerà il suo 20esimo compleanno. I rumors di mercato fanno girare la testa a chi ha la sua età: il Real, il Tottenham e ancora di più la Juve (compreso l’audio in cui lui dice che è il suo sogno).
Con la Roma ha ancora 4 anni di contratto (270 mila euro più bonus: è arrivato a 700). Monchi gli offrì il rinnovo a 1 milione e 700 mila. Adesso c’è Petrachi e non è detto che confermi quella cifra. Papà Igor resta ottimista: «È sotto contratto, non vedo perché dovrebbe andar via. Ora non sappiamo con chi parlare, ma saremo i primi ad essere chiamati. Ma ci vuole equilibrio, da proporlo per la maglia numero 10 a definirlo un bluff, mi sembra esagerato»
FONTE: Il Messaggero – U. Trani