«Sono peggiorato in tutto. Non mi si può stare vicino. È giusto quel messaggio che (voi giornalisti; ndr) avete mandato al presidente Pallotta quando sono tornato: è una persona pericolosa, non lo prenda… Ci sto lavorando, però sono peggiorato in tutto, veramente. Una roba difficile». Torna l’Europa League, con la sfida tra Olympique Lione e Roma, andata degli ottavi di finale (ore 21.05 e diretta tv in chiaro su Tv8 del digitale terrestre) e tornano i fantasmi di Luciano Spalletti, che si vede assediato dalla stampa ostile: «Io non partecipo al disfattismo che c’è intorno a questa squadra». Un punto di vista personale, anche se sono tanti i mass media che parlano di società forte, allenatore forte e giocatori forti, come dimostrano i risultati ottenuti fin qui, e come dice Radja Nainggolan: «Le critiche sono normali quando perdi due partite, ma non abbiamo buttato via tutto. In Coppa Italia si può ribaltare il risultato e in campionato siamo ancora secondi. Le sconfitte ci fanno male, ora sta a noi dimostrare che possiamo fare meglio».
Il 6 marzo 2007, nel vecchio Stade de Gerland, la Roma di Spalletti batté i favoriti francesi 2-0 nel ritorno degli ottavi di finale di Champions. L’Olympique era uno squadrone — Juninho Pernambucano, Cris, Thiago, Abidal, Gouvou, Malouda, il giovane Benzema in panchina — ma fu messo k.o. da Totti e Amantino Mancini, con un gol indimenticabile a colpi di «doppio passo» che il portiere Coupet ancora ricorda come «la maionese». Rispetto alla sconfitta contro il Napoli, Spalletti tornerà alla difesa a 3 e alla coppia di esterni Bruno Peres e Emerson Palmieri. La partita è da gestire su 180’: «Nel 2007 c’erano solo loro, nel calcio francese, adesso ci sono Psg, Monaco, Nizza… Hanno qualità indiscutibili e per noi sarà fondamentale non giocare a campo aperto contro Lacazette. O si va di là e si morde forte, oppure si resta nella metà campo, non si deve fare la via di mezzo». La domanda che si fanno tutti è: la Roma è stanca oppure no? La risposta di Spalletti è interlocutoria: «Quando si parla di stanchezza non si tocca solo il valore muscolare, resta più importante quello che dice la testa. Se dici alla squadra “siete stanchi” è come dire “avete due mesi di bonus per perdere le partite perché dobbiamo rifare da capo la preparazione”. La verità è che abbiamo perso contro due squadre fortissime dove, forse sbagliando qualcosa, siamo comunque rimasti in partita e senza avere quel pizzico di fortuna che altre volte avevamo avuto».