Tre anni e mezzo di carcere. È questa la condanna inflitta ieri a Simone Mastrelli, l’ultrà romanista che si è dichiarato colpevole dell’assalto a Sean Cox fuori lo stadio dopo Liverpool-Roma del 24 aprile 2018. A gennaio, la Corte di Cassazione aveva autorizzato l’estradizione del trentenne richiesta dalla Gran Bretagna, che aveva emesso un mandato d’arresto europeo. Mastrelli, accusato di lesioni aggravate, ha ammesso di aver aggredito l’irlandese Cox prima della partita ad Anfield.
Le condizioni del tifoso del Liverpool, a vari mesi dall’evento, rimangono molto gravi, a causa delle lesioni cerebrali riportate. Altri due ultrà romanisti coinvolti nei tafferugli – Filippo Lombardi e Daniele Sciusco – erano già stati condannati in Gran Bretagna, non per l’aggressione bensì per disordini violenti, rispettivamente a 3 anni e 2 anni e mezzo di reclusione. Durante l’udienza, in cui è stato sottolineato come sia la Roma sia il Liverpool abbiano aiutato concretamente Cox nella sua riabilitazione, ha preso la parola sua figlia: «Mio padre è stato vittima di un brutale attacco. È andato a vedere una partita con suo fratello ma non è più tornato a casa. Per noi il futuro è incerto». Il giudice Brown durante l’udienza ha mostrato il video completo dell’aggressione a Sean Cox e ha detto a Mastrelli: «Dopo quello che era successo sei andato allo stadio a goderti la partita e questo è stato – riporta sempre il Liverpool Echo – particolarmente insensibile visto quello che era appena accaduto». La campagna Support Sean ha permesso, infine, alla famiglia di raccogliere 1 milione di euro per le cure. Una parte arriva direttamente dal club giallorosso: 100mila euro dalla fondazione Roma Cares, mentre altri 50mila sono stati donati personalmente dal presidente Pallotta.