Nelle grandi notti di Champions il contorno resta scolpito nella memoria almeno quanto i risultati. Perciò rimane indimenticabile lo stadio Olimpico che ha visto perdere la Roma 7-1 contro il Bayern tre anni fa: c’erano 65.000 persone, venne stabilito il record d’incasso della storia della Roma con 3,7 milioni di botteghino.
SPINTA – All’epoca la squadra di Rudi Garcia non fu all’altezza ma la gente sì. Altre volte invece l’osmosi tra pubblico e giocatori è stata tale da spingere la Roma oltre i propri limiti: è difficile ad esempio pensare che non abbia soffiato il vento popolare sulla traiettoria fuori controllo di Alessandro Florenzi, nell’ultimo Roma-Barcellona giocato all’Olimpico. In molti temevano la demolizione della Roma ma quei 57.836 paganti aiutarono a conquistare un prestigioso pareggio. Del resto contro il Barça l’aria umida del Foro Italico era viziata bene: ai tempi di Capello, la Roma vinse addirittura 3-0 con sigillo non casuale di Damiano Tommasi, un proletario del pallone.
BRIVIDI – Con Spalletti poi è stata un’altalena continua. Male nel secondo periodo di gestione contro Real Madrid e Porto, nonostante un bel gruzzolo di spettatori in tribuna, ma benissimo nella prima era. Oltre a una grande vittoria ottenuta proprio contro il Chelsea, di cui parliamo a parte, nei gala all’Olimpico sono caduti campioni come Cristiano Ronaldo e Raul, Cannavaro e Giggs. Il doppio 2-1 contro Real Madrid e Manchester United ha avuto poi esiti diversi nelle partite di ritorno – trionfo al Bernabeu, disfatta a Old Traford – ma per quanto riguarda le esibizioni dal vivo, i romanisti sono usciti dallo stadio con il petto gonfio di orgoglio. Lo stesso accadde nel dicembre 2008, nonostante un avversario non altrettanto stimolante, perché battendo 2-0 il Bordeaux la Roma si tolse lo sfizio di vincere il girone.
REGOLA – Ma i meno giovani, con un filo di nostalgia, hanno ancora negli occhi la regola del 3-0 che era una quasi certezza nell’anno della prima Coppa Campioni di sempre: all’epoca per giocarla dovevi prima vincere lo scudetto. E la Roma di Liedholm superò a pieni voti tutti i passaggi del cursus honorum. Tre gol al Goteborg, in quella che i puristi del tifo indicano come la migliore partita di sempre giocata in Europa dalla Roma, altri tre ai tedeschi dell’Est della Dinamo Berlino, fino al 3-0 in rimonta agli scozzesi del Dundee, lasciapassare per una finale stregata e crudele che nessun testimone dell’epoca ancora accetta di non aver vinto.